The Morning After «Legacy» [2011]

The Morning After «Legacy» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Zoro »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1295

 

Band:
The Morning After
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Titolo:
Legacy

 

Nazione:
Inghilterra

 

Formazione:
Sam Ryder - Voice / Guitar
Phil Maher - Guitar / Voice
Gary Stone - Bass / Voice
Jake Booth - Drums

 

Genere:

 

Durata:
1h 3' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Ascoltando questo disco, mi sono chiesto se non fossi di fronte agli eredi dei Def Leppard. Ora che ho finito di ascoltarlo, ne sono dannatamente sicuro. I The Morning After, come la leggendaria formazione rock, vengono dall’inghilterra, e sono una delle cose più irresistibile mi sia capitato di ascoltare in vita mia! Questi ragazzi, dopo un debut zoppicante, in cui i fondamenti della loro musica si intravedevano ma faticavano a decollare, perfezionano la loro formula regalandoci un album di rock radiofonico, melodico e arioso come lo si sentiva solo negli anni 80! Ma la loro non è solo un operazione di revival, il sound dei nostri viene svecchiato con un uso misurato delle tecniche del metal più moderno. Chi ha orecchio per intendere, e ha inteso, forse ora inorridirà pensando di trovarsi davanti a un orrendo Frankenstein “Glamcore”, ma così non è: gli elementi più moderni sono integrati con tale maestria nell’impasto della canzone, che faranno contenti sia chi apprezza il “core” sia chi non lo può sopportare, e nel concreto si manifestano in alcuni passaggi dotati della freschezza del punk e dell’energia dell’hardcore. Ed è in questo la genialità della band, il modo giusto in cui bisognerebbe riprendere in mano un genere di decenni fa: non rinnegare il presente, non rinnegare la propria storia, e allo stesso tempo proclamare un'identità propria, forte. Non soccombere alla moda, ma cavalcarla, dominarla, incanalarla in qualcosa di personale.
Da tanto non mi capitava poi di sentire un disco che trascinasse dalla prima all’ultima canzone, trovando sempre nuove trovate, nuovi umori, e osando perfino un pezzo di dieci minuti, che promette per la band possibilità di crescita inaspettate, fuori dagli schemi. La bontà dell’opera è talmente grande che è facilissimo perdonare gli episodi meno riusciti, tra cui Seasons, una power ballad tutt’altro che perfetta in penultima posizione nella tracklist, ma che lì dov’è ci piace comunque moltissimo. Unica controindicazione: siamo davanti ad una musica che cerca l’orecchiabilità, e che quindi, a seconda dei gusti, può stufare presto. Io personalmente mi sto godendo in questo momento il quinto ascolto.
Vocals pulite e cori ariosi, doppi assoli di chitarra frizzanti e trascinanti, melodie ammiccanti, e testi stranamente non strappa mutande come il genere di solito chiede (spesso in essi si parla di fantascienza), compongono una musica che con semplicità e senza pretese (ma è proprio questo che la distingue dalla massa) diverte, gasa, e soprattutto fa sentire bene. E io non chiedo di meglio.

Track by Track
  1. Legacy 80
  2. Into The Fire 90
  3. Limit 80
  4. America 85
  5. The Witch Is On My Back 85
  6. Over The Wire 75
  7. Streams Of Stars 80
  8. These Hills Have Eyes 75
  9. Powerdrive 75
  10. Rest In Pieces 80
  11. Nightmare Planet 75
  12. Seasons 70
  13. I Walk With Giants 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 90
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
80

 

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