Maerormid «Abissi» [2011]
Maerormid
Titolo:
Abissi
Nazione:
Italia
Formazione:
Mid. - Tutti Gli Strumenti E Voce
Genere:
Durata:
55' 0"
Formato:
CD
2011
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Maerormid è una creatura partorita ed eseguita nella sua interezza dall’enigmatico Mid, musicista desideroso di dar vita alla sua vena creativa senza stringersi dentro alle limitazioni dei generi, e il progetto è stato portato fino alla fine con una grande libertà e passione, se il risultato è il disco che abbiamo tra le mani.
Abissi dice il titolo in copertina, e in effetti, traccia dopo traccia (ognuna di esse senza nome, distinte solo da un numero), si ha l’impressione di calare in profondità troppo vaste per essere risalite, come possono essere quelle dell’animo umano. Un viaggio non certo piacevole, non nel senso più filisteo del termine, che ci fa guardare in faccia sentimenti che il buon senso spesso fa ignorare, come dolore e angoscia, che emergono potenti dall’ascolto di quest’opera.
Tante sono le influenze sulla musica di Maerormid, i tempi prevalentemente al doom death stile Katatonia e alle frange più ambient del black metal, quindi ritmi di batteria densissimi ma lenti, e ogni tanto un improvviso scoppiare di destabilizzanti blast beat. Le chitarre rimandano all’avanguardia post metal e sludge e, votate alla marcescenza più pura, avvolgono l’udito dell’ascoltatore come acqua di palude, gelida e densa. Le parti vocali sono terribili, nel senso positivo del termine ovviamente, e passano da uno scream lamentoso e ruvido a parti pulite, se di pulizia in una musica simile si può parlare, simili al mormorio sofferente di uno sciamano, per non parlare di vere e proprie urla che accompagnano alcuni passaggi, rendendo l’atmosfera, se possibile, ancora più angosciante di quello che sarebbe. Il particolare sound di Maeromid è arricchito infine da dei synth vecchia scuola, dal gusto analogico, e che si integrano perfettamente al tessuto delle canzoni.
Da quello che ho detto finora si potrebbe pensare a un lavoro che vuole solo “far male”, esprimere negatività, ma invece, sempre visualizzando la palude di cui si parlava prima, parti melodiche davvero struggenti (forse per il contrasto con il dolore espresso dalla voce di Mid), spuntano come fiori in mezzo al pantano, concedendo ad un quadro che altrimenti sarebbe stato pura oscurità degli sprazzi di luce, che lo rendono completo, come la vita umana, dove tra bianco e nero ci sono anche numerose sfumature di grigio.
In conclusione, mi sento di premiare un prodotto che alcuni troveranno difficile da assimilare, ma suonato con una personalità (perché si sente che il musicista sta parlando di qualcosa di personale) che è merce rara di questi tempi.
Track by Track
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Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 85
- Originalità: 75
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
80Recensione di Zoro pubblicata il --. Articolo letto 1948 volte.
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