UFO «Seven Deadly» [2012]

Ufo «Seven Deadly» | MetalWave.it Recensioni Autore:
digprog »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
981

 

Band:
UFO
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Titolo:
Seven Deadly

 

Nazione:
Inghilterra

 

Formazione:
Phil Mogg :: Vocal
Vinnie Moore :: Guitars
Andy Parker :: Drums
Paul Raymond :: Keyboards, Guitars

 

Genere:

 

Durata:
47' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2012

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Phil Mogg e soci tirano fuori dal cilindro un album che sicuramente non stravolgerà gli schemi del genere, ma se si tiene in conto che i signorotti in questione sono gli “UFO” beh, alla loro più che ”matura” età mostrano ancora una verve ed una energia musicale da fare invidia a chiunque. “Seven Deadly” si presenta come un disco hard rock a tinte blues, dal suono moderno che nello stesso tempo non si distacca dalle loro lontane origini, ovvero quel gruppo che da quarant’anni a questa parte ha scritto alcune delle pagine più importanti della storia del Rock. Le tracklist propone un susseguirsi di pezzi che variano da quelli più sostenuti e graffianti a quelli più di natura “on the road”, scritti appositamente per chi ha voglia di prendere l’auto e viaggiare senza meta a finestrini spalancati e il volume delle casse al massimo. Il timbro di Phil Mogg è senza tempo, sicuramente non al massimo dei tempi che furono, ma riesce sempre ad emozionare e riportare in auge quel puro sound anni ’70. Nota di merito anche all’axe-man Vinnie Moore (Alice Cooper) ricama con grande stile ogni passaggio, risultando con un suono fluido, sempre piacevole e con assoli che lasciano il segno. “Fight Night” apre le danze, dal titolo di natura rissaiola emerge un rock più vivo che mai, manifesto di una generazione che ha ancora la sua da dire in materia. “Wonderland” ha un ritmo incalzante, cattiva al punto giusto. Il rock-blues di “Mojo Town” dà spazio al magico tocco di Moore, ritornello che entra fin da subito in circolazione, coinvolgente. “Angel Station” è una ballata dal sapore “americano”, cori compresi. “Steel Yourself” non incanta per originalità, ma suona bene, magistralmente eseguita rispettando i canoni del genere. Il pezzo più convincente è “Burn Your House Down”, lenta ma sostenuta nel ritmo, espressiva nella voce e nei riff, un continuo crescendo di emozioni. “The Fear” è un boogie spensierato, perfetto anticamera per la track conclusiva, la composta e mai fuori dalle righe (le loro si intende) “Waving Good Bye” . In conclusione come già detto all’inizio il disco non è di certo il capolavoro di questo storico gruppo, aggiungo che la copertina non è sicuramente tra le più belle che si trovano in commercio per un disco, ma il contenuto è sempre di ottima qualità. Per la serie il rock non è morto, ma è vivissimo e vola come un oggetto non identificato verso nuovi orizzonti.

Track by Track
  1. Fight Night 80
  2. Wonderland 80
  3. Mojo Town 70
  4. Angel Station 75
  5. Year Of The Gun 70
  6. The Last Stone Rider 70
  7. Steal Yourself 80
  8. Burn Your House Down 85
  9. The Fear 75
  10. Waving good bye 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 90
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
77

 

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