Wolfcrusher «Virgin Tapestry» [2012]

Wolfcrusher «Virgin Tapestry» | MetalWave.it Recensioni Autore:
carnival creation »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
656

 

Band:
Wolfcrusher
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Titolo:
Virgin Tapestry

 

Nazione:
Inghilterra

 

Formazione:
Gary Harkin :: Vocals
Daniel Mucs :: Guitar
Arun Kamath :: Guitar
Mitch :: Bass
Dan Mikietyn :: Drums

 

Genere:

 

Durata:
35' 40"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2012

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

“Wolfcrusher” è la creatura partorita dalla mente del chitarrista Daniel Mucs (Not Above Evil, Dirty Habit, Ten Foot Wizard) coadiuvato dall’ex batterista dei Blood Vigil Dan Mikietyn e da altrettanti capaci rampolli della scena musicale inglese e non solo.
Si parte in quinta direttamente con il debut-album; “Virgin Tapestry” è un pugno in faccia quando meno te lo aspetti, un disco convincente che farà la felicità di tutti gli amanti del Metal moderno in tutte le sue forme. Compare soprattutto uno pseudo-Melodic Death letteralmente infarcito di numerosissime influenze che gli fanno perdere la presa come proposta musicale iniziale conducendolo ad assumere forme sostanzialmente diverse che il sottoscritto non può che definire quantomeno originali.
I nostri non fanno economia di materiale: buttano dentro al calderone riff di un certo livello stilistico ricercando e ricercando ancora con quelle chitarre dall’accordatura grave e intensa ma tendenti ad affrescare il tutto con suoni sporchissimi e marci mentre profondi bassi e drumming trascinante compiono il resto della fatica.
Alla voce cavernicola di Gary Harkin spetta un compito non facile in quanto sopra questo sound pesantissimo ed energico ci calzerebbero a pennello poderosi growls, scream e tracce di pulito grattate qua e là, cosa che di fatti avviene ed il tutto suona in modo veramente groovy, moderno ma senz’altro molto personale.
Dopo “All Shall Pass”, brano melodico atipico per la violenza di “Virgin Tapestry”, il platter si srotola in tutta la sua buona forma dimostrandoci con le successive “Insuperabilis”, “No Chance” e “Moving Mountains” i momenti migliori dell’album in cui il quintetto inglese dà continue prove di coraggio e imprevedibilità.
Disco estremamente valido da prendere in considerazione.

Track by Track
  1. Reborn 70
  2. Skeletonizer 70
  3. Lost At Sea 70
  4. All Shall Pass 65
  5. Insuperabilis 75
  6. No Chance 80
  7. Moving Mountains 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
73

 

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