Spirit Descent «Seven Chapters In A Minor» [2012]
Spirit Descent
Titolo:
Seven Chapters In A Minor
Nazione:
Germania
Formazione:
Jan Eichelbaum : Lead Vocals
Andreas Libera : Lead/rhythmguitars
Dimitrij Titenok : Rhythm/leadguitars
Guido Preußner : Drums
Jesco Wolter : Bass
Genere:
Durata:
59' 0"
Formato:
CD
2012
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Gli amburghesi Spirit Descent tornano alla carica... lenta!!! Dopo l'ottimamente (auto)prodotto Doominion e rinsaldata la line-up, vede la luce nel 2012 il nuovo macigno Epic Doom della band tedesca, che prova a non lasciare davvero alcunché al caso: produzione di nuovo caldissima e massiccia, che lascia apprezzare appieno l'operato di tutti gli strumentisti e valorizza il buon Jan al microfono, che si destreggia ottimamente in linee di scuola Candlemass-Solitude Aeturnus con un pulito molto sentito e ben interpretato, ma risulta leggermente meno coinvolgente nelle parti in screaming, che appare un po' scarico (parere personale, avrei preferito un ruttone atmosferico stile Opeth/Esoteric) . Altro fattore di coesione dell'intero platter è costituito dal fatto che, seppur i brani non siano legati da un concept lirico, lo sono difatti a livello musicale, essendo tutti scritti (come vuole il titolo dell'album) in La minore; ora, ciò che potrebbe essere il più grosso limite dell'album stesso(ascoltare un disco doom, genere già di per sé poco accessibile, in una sola tonalità per un'ora intera può risultare quantomai palloso) ne costituisce invece un notevole punto di forza, visto che pone l'accento sull'ottima capacità di songwriting del combo tedesco, capace di armonizzazioni mai scontate, solos davvero ispirati e riff ben collegati fra loro, talvolta alleggeriti da accelerazioni che hanno veramente dell'epico, come nella Cathedraliana Owner of the Fifty Names e in Alternating Relity, il tutto mantenendo la stessa atmosfera di brano in brano. La tipica oppressione doom comunque non manca, anzi ne abbiamo a palate, soprattutto negli esempi più oscuri come The Tragedy of Captain Scott e la conclusiva Lamentations of the Unborn. Insomma, vuoi per il cantato, vuoi per la qualità di un songwriting che non si riduce al downtuning estremo, vuoi per la ben dosata melodia, vuoi per l'epicità, Seven Chapters in A Minor potrebbe tranquillamente piacere a una fetta di pubblico più vasta dei doomsters stregati da Epicus Doomicus Metallicus. Bravi Spirit Descent.
Track by Track
- Dawn Of Mankind 75
- Owner of the Fifty Names 85
- The Tragedy of Captain Scott 80
- Alternating Reality 85
- Sleeper 75
- Love Turned to Stone 85
- Lamentations of the Unborn 80
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 90
- Qualità Artwork: 80
- Originalità: 75
- Tecnica: 85
Giudizio Finale
81Recensione di Gods Hammer pubblicata il --. Articolo letto 824 volte.
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