Gotto Esplosivo «L'oro Del Diavolo» [2012]

Gotto Esplosivo «L'oro Del Diavolo» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
Barbaro »

Recensione Pubblicata il:
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Band:
Gotto Esplosivo

Titolo:
L'oro Del Diavolo

Nazione:
Italia

Formazione:
Anto - Voce, Sintetizzatori
Lesku - Chitarra, Cori
Matt - Basso, Cori
Nic - Batteria, Cori

Genere:

Durata:
35' 34"

Formato:
CD

Data di Uscita:
2012

Etichetta:

Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
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Recensione

Non mi stanchero’ mai di dire che la musicalita’ della lingua italiana non ha nulla da invidiare a quella inglese, anche se parliamo di musica che non si puo’ propriamente definire leggera, soprattutto quando chi tenta il cantata inglese, pur essendo italiano, risulta goffo e inappropriato suonando a un madrelingua come a noi suonerebbe un qualsiasi straniero che tenta di parlare la nostra lingua.
I ragazzi de Il Gotto Esplosivo hanno percepito questo mio pensiero e hanno cambiato il loro vecchio moniker John Doe con quello attuale passando quindi dall’utilizzo della lingua inglese a quella italiana. Pare che il nome Il Gotto Esplosivo provenga da una citazione del romanzo Guida Galattica per Autostoppisti che io sinceramente non conosco ma che a mio parere da comunque un’idea dell’indirizzo del gruppo: energia stramba.
L’oro del Diavolo, che e’ il primo disco del gruppo, contiene dieci tracce, brevi e potenti, ben suonate e da una produzione cristallina. L’apertura, affidata a Paura da’ subito un’idea del sentiero imboccato dai ragazzi nel quale , si possono sentire influenze di ogni genere ma, proprio per restare in Italia, ci si puo’ sentire qualcosa di Caparezza e dei Punkreas, quando Il Gotto Espolosivo sfiora tonalita’ piu’ punk.
Dopo la presentazione, appunto affidata a Paura, mi preme segnalare pezzi come Nuova Dimensione e Tensione Totale che verso la fine e’ un tripudio di percussioni. Se si potesse scrivere “figata” lo farei senza remore per un pezzo come Abisso che e’ una sperimentazione molto ben riuscita di suoni tutta concentrata in cinque minuti e che vi assicuro da moltissime emozioni.
Con L’Occhio si respira un po’, nel senso che le sperimentazioni di suoni lasciano spazio alla poesia delle parole. Passando oltre mi sono soffermato molto volentieri su Giocher e sulla conclusiva Sete, folclore e colore a chiudere un disco che e’ una vera sorpresa positiva e che mi vado volentieri a riascoltare.