Merrimack «The Acausal Mass» [2012]

Merrimack «The Acausal Mass» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1519

 

Band:
Merrimack
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Titolo:
The Acausal Mass

 

Nazione:
Francia

 

Formazione:
Perversifier :: Guitars
A.k. :: Guitars
Blastum :: Drums
Vestal :: Vocals
Daethorn :: Bass

 

Genere:

 

Durata:
47' 47"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2012

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Il nuovo album dei Merrimack, una delle bands che ormai 9 anni fa fece parte di quell’orda che fece salire alla ribalta la Francia in ambito Black Metal, è chiamato “The acausal mass” e ci propone circa 48 minuti di musica diluiti in 8 canzoni più intro suonato.
Precisiamo sin da subito una cosa: “The acausal mass” non è una furia spietata. In questo album non sentirete la pazzia dei Deathspell Omega, la furia degli Aosoth, l’infuocato death/black dei Temple of Baal e neanche la spietatezza dell’ultimo degli Enthroned. Il lavoro dei Merrimack è molto più fosco, cupo e direi riflessivo, che fa avvicinare questa band alle introspezioni di certi Watain e degli Ondskapt. La chitarra solista rivolge per buona parte della durata del cd un’attenzione particolare agli arpeggi e alle numerose parti medio lente presenti, che riescono effettivamente a colpire nel segno, mentre quando vanno veloce i riffs sono compatti e abbastanza in stile Funeral Mist di metà carriera, il tutto sovrapposto a tempi di batteria, come detto, spesso medio lenti e opprimenti e a volte veloci. Solo raramente, come nell’ultima “Liminal matter corruption”, si ha un crescendo e una cappa malevola tipica dei gruppi che proponevano il cosiddetto “Religious black metal”.
Insomma: questo non è il tipico disco che potreste aspettarvi dal grosso nome Black Metal francese, si vede che i Merrimack hanno provato la carta dell’originalità e del discostamento da questo stile, proponendone uno più cupo e torvo, ma l’operazione a noi proposta, va detto, affascina e rende il disco interessante, ma non perfetto anche se coraggioso e originale. Perché si ha la sensazione, in tutto l’album, di una band che non viaggia a pieni regimi, che nonostante i riffs potenti e gli arpeggi efficaci non dà il massimo, che presenta un andamento delle canzoni un po’ troppo variabile e mancante di parti dal ritmo coinvolgente e soprattutto duraturo. E il tutto ripetetelo per tutte le canzoni dell’album o quasi, il che è un altro piccolo difetto dell’album: un po’ troppo omogeneo, monodirezionale e che porta poche variazioni in tema.
Insomma: questo dei Merrimack non è un album brutto, ma credo che gli altri da loro fatti siano migliori. Sembra un album di transizione, quello dove il cambiamento non è del tutto avvenuto. Acquistabile e godibile, e anche in grado di acquisire punti e valore riascoltandolo, ma comunque un gradino sotto agli altri da loro fatti, e anche a certe autentiche bombe a orologeria della concorrenza uscite di recente (leggasi Enthroned).

Track by Track
  1. Vestals of Descending Light 60
  2. Arousing Wombs In Nine Angels Pleroma 70
  3. Gospel of the Void 70
  4. Beati Estis Cum Maledixerint Vobis 70
  5. Hypophanie 60
  6. Obstetrics of Devourment 65
  7. Worms in the Divine Intestine 65
  8. Abortion Light 60
  9. Liminal Matter Corruption 85
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
70

 

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