Merrimack «The Acausal Mass» [2012]
Merrimack
Titolo:
The Acausal Mass
Nazione:
Francia
Formazione:
Perversifier :: Guitars
A.k. :: Guitars
Blastum :: Drums
Vestal :: Vocals
Daethorn :: Bass
Genere:
Durata:
47' 47"
Formato:
CD
2012
Etichetta:
Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Il nuovo album dei Merrimack, una delle bands che ormai 9 anni fa fece parte di quell’orda che fece salire alla ribalta la Francia in ambito Black Metal, è chiamato “The acausal mass” e ci propone circa 48 minuti di musica diluiti in 8 canzoni più intro suonato.
Precisiamo sin da subito una cosa: “The acausal mass” non è una furia spietata. In questo album non sentirete la pazzia dei Deathspell Omega, la furia degli Aosoth, l’infuocato death/black dei Temple of Baal e neanche la spietatezza dell’ultimo degli Enthroned. Il lavoro dei Merrimack è molto più fosco, cupo e direi riflessivo, che fa avvicinare questa band alle introspezioni di certi Watain e degli Ondskapt. La chitarra solista rivolge per buona parte della durata del cd un’attenzione particolare agli arpeggi e alle numerose parti medio lente presenti, che riescono effettivamente a colpire nel segno, mentre quando vanno veloce i riffs sono compatti e abbastanza in stile Funeral Mist di metà carriera, il tutto sovrapposto a tempi di batteria, come detto, spesso medio lenti e opprimenti e a volte veloci. Solo raramente, come nell’ultima “Liminal matter corruption”, si ha un crescendo e una cappa malevola tipica dei gruppi che proponevano il cosiddetto “Religious black metal”.
Insomma: questo non è il tipico disco che potreste aspettarvi dal grosso nome Black Metal francese, si vede che i Merrimack hanno provato la carta dell’originalità e del discostamento da questo stile, proponendone uno più cupo e torvo, ma l’operazione a noi proposta, va detto, affascina e rende il disco interessante, ma non perfetto anche se coraggioso e originale. Perché si ha la sensazione, in tutto l’album, di una band che non viaggia a pieni regimi, che nonostante i riffs potenti e gli arpeggi efficaci non dà il massimo, che presenta un andamento delle canzoni un po’ troppo variabile e mancante di parti dal ritmo coinvolgente e soprattutto duraturo. E il tutto ripetetelo per tutte le canzoni dell’album o quasi, il che è un altro piccolo difetto dell’album: un po’ troppo omogeneo, monodirezionale e che porta poche variazioni in tema.
Insomma: questo dei Merrimack non è un album brutto, ma credo che gli altri da loro fatti siano migliori. Sembra un album di transizione, quello dove il cambiamento non è del tutto avvenuto. Acquistabile e godibile, e anche in grado di acquisire punti e valore riascoltandolo, ma comunque un gradino sotto agli altri da loro fatti, e anche a certe autentiche bombe a orologeria della concorrenza uscite di recente (leggasi Enthroned).
Track by Track
- Vestals of Descending Light 60
- Arousing Wombs In Nine Angels Pleroma 70
- Gospel of the Void 70
- Beati Estis Cum Maledixerint Vobis 70
- Hypophanie 60
- Obstetrics of Devourment 65
- Worms in the Divine Intestine 65
- Abortion Light 60
- Liminal Matter Corruption 85
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 75
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
70Recensione di Snarl pubblicata il --. Articolo letto 1519 volte.
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