Recensione

Giunti ormai alla soglia del terzo studio-album, possiamo senz’altro dire che i cileni Thornafire di strada sembrano averne fatta un bel po’ e anche se in Italia suoneranno più che altro estranei alla scena Death Metal mondiale –sembra siano stati poco di più di una band underground- il mio consiglio è di dare almeno un ascolto all’ultima loro fatica, per l’appunto questo “Eclipse Nox Coagula”.
Il platter, nonostante non brilli né per capacità tecniche particolari né tantomeno per estro chissà quanto rilevante, riesce a custodire diverse piacevoli sorprese.
I nostri sembrano aver imparato bene la lezione dei grandi classici del Death Metal, in particolare quei Carcass che tanto ci sono rimasti nel cuore tanto tempo fa, ma i Thornafire non sono soltanto ritmi serrati, marciume stilistico e sporcizia sonora (il tutto prodotto in modo sufficiente per altro). Tutt’altro, verso la fine dell’album iniziamo a notare qualcosa che ci ricorda un altro vecchio amore: gli Opeth più arcaici, quando di Progressive Rock, Mr. Akerfeldt non ne bazzicava nemmeno un po’ ed ecco che “Desintegración”, “Sumisión” e in parte “Final” prendono vita sempre aiutate da atmosfere sporche, antiche, addirittura acustiche, che sanno di vissuto e che convincono se cantate in lingua spagnola come nel caso dei Thornafire, gruppo che sicuramente potrebbe fare di più ma che ancora i troppi limiti tecnici non consentono a mio avviso.
Più impegno e più olio di gomito. Le basi ci sono ma siamo arrivati al terzo disco senza decollare per cui per il prossimo mi aspetto un masterpiece. Per ora promossi col debito.

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