Francesco Fareri «Suspension [2012 ReIssue]» [2012]

Francesco Fareri «Suspension [2012 Reissue]» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
carnival creation »

Recensione Pubblicata il:
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Band:
Francesco Fareri

Titolo:
Suspension [2012 ReIssue]

Nazione:
Italia

Formazione:
Francesco Fareri - 7 & 8 String Guitar & Keyboards
Kyle Honea - Bass
Emanuele Calvelli - Bass on Relentless
Emiliano Bonini - Drums

Guest Player:
Bob Katsionis - Keyboards on Introspective

Genere:

Durata:
43' 45"

Formato:
CD

Data di Uscita:
2012

Etichetta:

Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
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Recensione

Il guitar-hero Francesco Fareri non è stato di certo con le mani in mano quest’ultimo periodo e, sotto la Last Debate Records, ha rilasciato la versione di “Supension” riarrangiato e con le chitarre nuove di zecca; il platter , lo ricordiamo, uscì ormai undici anni or sono e devo dire che all’epoca non mi entusiasmò molto nonostante il nostro amico sia uno dei massimi professionisti italiani in fatto di chitarra nell’Heavy Metal e non solo.
Stavolta la musica è cambiata anche se solo in parte: compare sempre quel portentoso e funambolesco shredding mescolato a tutta una serie di tecniche chitarristiche veramente interessanti. Il disco appare fin da subito riassemblato in modo ottimale e gode di una produzione che valorizza per bene ogni susseguirsi di linea melodica e ci presenta un chitarrista che se la cava egregiamente sia su un piano ritmico che solistico.
La melodia è sempre un impianto principale nelle composizioni del nostro e “Suspension” (sia originale che Reissue) testimonia certamente il grande impegno dello shredder qui esposto.
Cosa c’è che non va in “Supension”? Ammetto di essere un grande fanatico di tecniche chitarristiche e che spesso mi ritrovo ad ascoltare i grandi interpreti dello strumento letteralmente rapito dalle loro tecniche, tuttavia trovo che in questo album c’è come un blocco, un muro tra musicista ed ascoltatore, come se il Fareri abbia difficoltà a farsi comprendere. E’ indubbiamente un lavoro che non sa di maturo perché composto “in gioventù” quindi possiede tutto quell’entusiasmo che sta alla base di un disco altamente tecnico, forse è per questo che mi è sembrato piuttosto freddo a più riprese come se il tutto fosse improntato principalmente a fare bella figura sul piano tecnico più che a scegliere note e progressioni atte a emozionare chi le ascolta.
Non ho apprezzato i suoni delle tastiere né del piano, troppo glaciali e in secondo piano rispetto allo strumento della chitarra, protagonista indiscusso di questi tre quarti d’ora tuttavia il lavoro che c’è stato dietro è stato veramente enorme e sarebbe un delitto non ascoltare “Suspension” dal momento che queste elucubrazioni provengono da gusti personali ma anche, e soprattutto, da un gran rispetto per chi ha talento.
Nonostante non diventerà mai uno dei dischi strumentali che amerò di più, non è possibile non elogiare i musicisti (e gli ospiti illustri) che hanno partecipato al progetto, sia per la loro precisione (batteria perfetta!) che per la loro professionalità.
“Supension” lo consiglio caldamente ai chitarristi che amano la tecnica nel Prog e nel Power Metal ma anche a batteristi e tastieristi che si cimentano in generi come questi oppure ai semplici curiosi.