Exodia «Slow Death» [2012]

Exodia «Slow Death» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1182

 

Band:
Exodia
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Titolo:
Slow Death

 

Nazione:
Spagna

 

Formazione:
Amando Milla- Vocals
Pablo Tello - Guitars
Rafa Las Heras - Guitars
Victor Tello - Bass
Pablo Vergara - Drums

 

Genere:

 

Durata:
58' 5"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2012

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Dalla spagna, thrash con furore! Ecco cos’è il disco di debutto degli Exodia. Un gruppo che, al di là di un nome della band un po’ scontato, ci propone con questo “Slow death” 13 mazzate thrash condensate in circa 58 minuti di musica, che nella prima metà del disco, diciamo dall’opener fino a “Ensure my safety” compresa picchia come un assassino proponendo delle mazzate in pieno stile tra Destruction e Exodus, mentre da “She begs for mercy” in poi il disco diminuisce la componente thrash e pure se non dimentica il suo istinto old school, plana su sonorità leggermente più melodiche, meno speed e a volte anche groove.
Ne risulta un disco potente nella prima parte anche se forse un po’ rumoroso e monodirezionale, e un’altra seconda parte più compassata e diversificata ma pur sempre a tiro, con una qualità sonora sempre in primo piano e con dei muri sonori proposti dalle chitarre davvero degni di nota. Colpiscono nel bersaglio la cattiva “Fight my cock and your palate” (titolo un po’ psicotico…), la concisa violenza di “World’s cancer” dotata tra l’altro di una buona prova del cantante, e la terremotante “Ensure my safety”, dalle vaghe reminiscenze alla Interceptor, la ballad “The desire of darkness” e “The stark reality”, la meglio bilanciata tra le due tendenze musicali del gruppo.
Si tratta dunque di un debutto rabbioso e fondamentalmente riuscito, anche se per ora gli Exodia hanno puntato molto sulla rabbia e sulla potenza complessiva delle composizioni, delle quali tuttavia in futuro ci aspettiamo un certo miglioramento dal punto di vista di bilanciamento delle influenze e anche una perfezione nei tempi medi, non sempre così degni di originalità a volte. Ma comunque si tratta di dettagli. Se apprezzate il buon vecchio thrash old school e non disdegnate qualche puntata sul groove e sul melodico, date un ascolto a questo disco: non dovreste esserne delusi, soprattutto se avete apprezzato anche i loro compaesani (e comparabili) outsiders Angelus Apatrida.

Track by Track
  1. The end 60
  2. No rules no kisses 75
  3. Fight my cock and your palate 80
  4. Like a rat 75
  5. Creating addicts 75
  6. World’s cancer 80
  7. Ensure my safety 80
  8. She begs for mercy 70
  9. Push the button 75
  10. The desire of darkness 80
  11. The stark reality 75
  12. You lose your life 70
  13. No solution 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
74

 

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