Huata «Atavist Of Mann» [2011]
Huata
Titolo:
Atavist Of Mann
Nazione:
Francia
Formazione:
Ronan Grall :: Summon
Benjamin Moreau :: Invoke
Christophe Marconato :: Worship
Alexis Darnoux :: Adore
Genere:
Durata:
1h 2' 10"
Formato:
CD
2011
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Ci sarebbe un avvertimento da fare fin dall’inizio: “Atavist Of Mann” dei doomsters francesi Huata non è propriamente qualcosa che tende ad andare giù con facilità essendo costituito da suoni altamente fangosi, pesantisissimi, a tratti ossessivi e volutamente soffocanti perciò il mio consiglio è quello di andarci cauti e di ascoltare il debut dei nostri con il contagocce per meglio assimilarlo, a meno che voi non siate letterali mangiatori di dischi Sludge/Stoner/Doom e siete abituatissimi a sound a mo’ di Electric Wizard e similari, cosa rara in effetti data la complessità di tale musica.
Detto questo posso presentarvi “Atavist Of Mann”, un album che gioiosamente richiama un sound tipico degli anni 70 eppure appare fresco e originale nonostante tutto.
L’occultismo è di casa per gli Huata ed il quartetto originario di Rennes sa bene dove vuole arrivare.
Non vi aspettate del materiale leggero poiché le imponenti distorsioni di basso e chitarra regnano sovrane per questa ora passata di minutaggio e vengono sorretti da dei ritmi a passo di elefante, macchinosi e lenti senza però risultare troppo ossessivi. Di certo si tratta di professionisti e anche l’apporto di frequenti organi Farfisa (molto vecchio stampo) fanno la differenza in un disco che sicuramente brilla di fronte a tanti altri.
Ci sono sporadici episodi di violenza e acceleramenti di tempo (“Operation Mistletoe”) ma non costituiscono la regola principale, infatti le atmosfere surreali, quasi Ambient visionario e Drone Doom alla Earth non sono timide all’apparizione e sia con la stupenda suite “Thee Imperial Wizard” che con “Part 1 - Testi Sum Capri” ne abbiamo la prova, terminante con la pesantissima “Part 2 - Templars Of The Black Sun” che getta le basi per un finale coi fiocchi, quello della non indifferente composizione “Fall Of The 4th” nella quale lunghi incipit dall’occhio puntato verso lo Shoegaze fanno il loro ingresso verso metà traccia.
Disco dal sound già collaudato ma, in cuor suo, sempre pronto a emozionare se suonato come si deve. Grandi interpreti e gran disco, seppur molto pesante da digerire.
Track by Track
- Lords Of The Flame 75
- Operation Mistletoe 80
- Thee Imperial Wizard 90
- Part 1 - Testi Sum Capri 80
- Part 2 - Templars Of The Black Sun 75
- Fall Of The 4th 85
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 90
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 70
- Tecnica: 85
Giudizio Finale
79Recensione di carnival creation pubblicata il --. Articolo letto 799 volte.
Articoli Correlati
News
- Spiacenti! Non sono disponibili altre notizie correlate.
Recensioni
- Spiacenti! Non sono disponibili Recensioni correlate.
Interviste
- Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
- Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.
Concerti
- Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.