Obscura Amentia «Ritual» [2012]
Obscura Amentia
Titolo:
Ritual
Nazione:
Italia
Formazione:
Hel - Voce
Black Charm - Chitarra, Basso, Tastiera
Genere:
Durata:
38' 57"
Formato:
CD
2012
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Gli Obscura Amentia sono una studio band italiana formata da Hel (voce) e dal poli-strumentista Black Charm. Il duo si diletta in un raw black metal con tinte depressive che punta l’attenzione sulla brutalità del sound e sulle atmosfere particolarmente claustrofobiche.
I nostri dopo due anni di silenzio ci propongono la loro seconda fatica intitolata “Ritual”, un lavoro decisamente più maturo e meglio congegnato del precedente “The darkes dream”
Si parte bene con “The citadel of Beleth”, cinque minuti di old style raw black metal con qualche puntata sinfonica che aiuta nel creare un’atmosfera particolarmente “infernale”. La voce di Hel spicca dal tappeto sonoro creato da chitarra e tastiera, riuscendo a catturare l’attenzione dell’ascoltatore grazie ad uno scream decisamente personale e mai esasperato.
Con “Mirror of sorrow” aumentiamo decisamente i ritmi con una drum machine che lavora su un sottofondo di doppia cassa martellante che accompagna riff di chitarra estremamente distorti e una line vocale monocorde e che rischia di diventare noiosa alla lunga.
La titletrack “Ritual” ricorda da vicino gli Immortal di “Pure holocaust” grazie alla violenza sprigionata dalla sezione ritmica e al lavoro di Black Charm alla chitarra che riesce a creare un’ambientazione particolarmente pressante che riesce, in alcuni frangenti, a togliere il fiato all’ascoltatore.
Il brano più originale e di gran lunga migliore di tutto il full-lenght è però “Descend the chaos”, song in cui possiamo notare una maggior varietà di suoni; in questo caso Hel riesce a dare il meglio di sé grazie ad un cantato scream che presenta svariate tonalità che riesce a convincere sia nelle parti più energiche che in quelle maggiormente cadenzate.
Questo “Ritual” è, in conclusione, un lavoro senza infamia e senza lode che presenta momenti decisamente interessanti e ricchi di personalità che si affiancano a parti già sentite migliaia di volte. La scelta di utilizzare una drum-machine al posto di un batterista in carne e ossa abbassa decisamente il valore del lavoro conferendo una patina di plasticità che poco si adatta ad un genere come il raw black metal. La voce di Hel deve essere ritoccata in molti frangenti dal momento che risulta si potente e viscerale, ma troppo spesso suona monocorde e decisamente noiosa. Con qualche accorgimento e miglioria, quindi, i nostri Obscura Amentia potrebbero diventare un punto fermo nel panorama black metal nostrano.
Track by Track
- The citadel of Beleth 65
- Mirror of sorrow 65
- Ritual 60
- Lost in the reflection of moon 55
- Mater hiemalum 65
- Descend the chaos 70
- Omnious herald 65
- Silence (A reminder of death) 60
- Last rite 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 60
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 55
- Tecnica: 55
Giudizio Finale
61Recensione di FallenAngel pubblicata il --. Articolo letto 1817 volte.
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