Bad Memories «Forced To Be A Stranger» [2012]

Bad Memories «Forced To Be A Stranger» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Barbaro »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
2004

 

Band:
Bad Memories
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Titolo:
Forced To Be A Stranger

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Francesco Cavalieri – Voce
Enrico Dal Canto – Chitarra
Angelo Carmignani – Batteria
Andrea Rivello – Basso
Federico Meranda – Tastiera

 

Genere:

 

Durata:
45' 51"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2012

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Bad Memories  e’ gruppo toscano coordinato managerialmente da Olaf Thorsen che suona un pop rock molto melodico ed edulcorato dall’uso di tastiere che ricordano un po’, forse troppo, la morbidezza di certi sound degli anni ottanta.
Nonostante sia in vita da sei anni il primo disco esce nel 2012 dopo essere passato sotto le esperte mani di Cristiano Bertocchi (Vision Divine, Labyrinth) che ha curato la realizzazione di questo primo lavoro intitolato "Forced to be a Stranger".
La band definisce il suo suono AoR/Hard Rock ma io non riesco a vederci un tipo di musica vicino all'hard rock secco e “Forced to be a Stranger” non ha a mio parere neanche la “difficolta' di suono” dell'AoR. La mia prima sensazione e' infatti stata, come in un certo senso ho anticipato, di gia' sentito ma in altri ambiti, soprattutto quelli pop rock dei vecchi Europe e dell'Hair metal statunitense primo fra tutti il caro John Bon Jovi La cosa, sebbene da un lato potrebbe ingolosire molte persone che hanno nostalgia dei pezzoni usciti in quel periodo, dall'altro potrebbe portare a un raffronto che, a mio parere, e' sempre soggettivo quando si parla di arte, che essa sia musica, scultura o poesia.
Parlando piu da vicino del disco i suoni degli strumenti escono bene, musicalmente e tecnicamente, gli assoli della chitarra, che gia' da sola ha suoni meravigliosi, sono ben fatti e trasmettono sensazioni. La voce di Francesco Cavalieri va alta ma in alcune parti risulta un po' anonima. Personalmente all'estensione preferisco la giusta interpretazione dei pezzi e come dice qualcuno che ne sa molto piu' di me 'non e' importante quante ottave alzi, ma quanti peli sulle braccia del pubblico'. Ad ogni modo il disco esce bene, piacevole, leggero, giusta colonna sonora per le serate scanzonate o semplicemente per rilassarsi un po' soprattutto in pezzi come Tears of Anger, la ballatona Crossroads, la title track e Never too Hard pezzo dal ritmo figo e dal coro facile tant'e' che alla fine dell'ascolto del disco lo si canticchia ancora. Suggestiva anche Signs of Time, pezzo strumentale che suggella le capacita' tecniche di Federico Meranda, tastierista della band, il quale in poco piu' di un minuto riesce ad emozionare uscendo un po' dai canoni piu' scanzonati del resto dell'album.
Bella prima prova per questi ragazzi, il disco e' ben suonato, ben prodotto e ha ottimi spunti, anche se manca di un po' di originalita'.

Track by Track
  1. Intro 65
  2. Tears Of Anger 70
  3. Never Too Hard 70
  4. Memories 65
  5. Reach The High 65
  6. Crossroads 70
  7. Our Love Is Dead 65
  8. Foced To Be A Stranger 75
  9. Shadow In This Life 70
  10. Signs Of Time 65
  11. Shooting Star 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 85
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
69

 

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