Kerecsen Solyom «Aquileia Ostroma» [2012]

Kerecsen Solyom «Aquileia Ostroma» | MetalWave.it Recensioni Autore:
FallenAngel »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
883

 

Band:
Kerecsen Solyom
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Titolo:
Aquileia Ostroma

 

Nazione:
Ungheria

 

Formazione:
Alkonyat - Vocal, Mouth Harp, Tambourine, Shaman Drums & Lyrics
árpád - Drum;
Máté - Guitar
Gábor - Bass

 

Genere:

 

Durata:
29' 36"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2012

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I Kerecsen Solyom vedono la luce nel 2004 in Ungheria e quest’anno ci propongono il loro secondo lavoro intitolato “Aquileia ostroma”, sei brani di folk-pagan metal che si lascia ascoltare tutto d’un fiato senza particolari intoppi.
Ormai, da almeno un decennio, è diventata quasi una moda mischiare il metal con elementi folk introducendo sonorità “storiche” e nuove per il genere, nonché l’utilizzo di strumenti fino ad allora mai presi in considerazione (violino, arpa, cornamusa, ecc. n.d.r.). Sorgono così in tutta l’Europa settentrionale bands di indubbio valore come In Extremo, Finntroll e Korpiklaani che, dal canto loro, hanno prodotto lavori decisamente interessanti ed innovativi.
I nostri Kerecsen Solyom appartengono alla seconda ondata del genere, composto da un numero non precisato di gruppi che hanno trovato già tutto pronto senza la reale necessità di dover inventare pressoché nulla.
Prendete tutti i cliché del folk metal quali strumenti musicali che inneggiano al medioevo, cori polifonici trionfali e voci femminili suadenti e uniteli a chitarre iper-distorte e ad una sezione ritmica veloce e potente. Shakerate il tutto e otterrete questo “Aquileia ostroma”; il platter di per sé non può essere definito brutto o poco piacevole, ma è la fotocopia di molti di lavori che sono stati pubblicati degli ultimi 10 anni.
Brani come “Siege of Aquileia” e “Feasting field of heroes” suonano come una balata popolare metal in cui momenti particolarmente sinfonici, che ricordano da vicino I nostrani Rhapsody, si amalgamano con parti squisitamente black metal caratterizzati da vere e proprie cavalcate di doppia cassa che accompagnano uno scream decisamente piacevole e mai estremo.
Un discorso sicuramente diverso deve essere fatto per “Scourge of Keve”, indubbiamente il brano più convincente e personale di tutto il lavoro. Le sei corde sprizzano note fatte di pura energia che prendono facilmente piede nella mente dell’ascoltatore che riesce a malapena a star fermo. I momenti più tipicamente black risultano ben strutturati ed eseguiti evitando così di impastare un suono di per sé pulito e particolarmente piacevole.
Questo “Aquileia ostroma” avrebbe quindi meritato sicuramente una valutazione migliore se fosse uscito nel 2000. Oggi rischia di perdersi nel marasma delle piccole band folk-pagan metal che popolano l’Europa; i sei brani sono, senza dubbio, ben suonati e non presentano particolari pecche e riescono a convincere anche un ascoltatore scettico. Gustiamoci quindi questo cd nell’attesa del prossimo lavoro della band, sperando di trovare in esso una maggiore personalità, cosa che potrebbe essere la carta vincente per produrre brani che non passeranno inosservati agli amanti del genere.

Track by Track
  1. Calling (Intro) S.V.
  2. Siege of Aquileia 65
  3. Feasting field of heroes 65
  4. Saker 60
  5. Scourge of Keve 75
  6. Into battle 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 50
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
66

 

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