Kryptos «The Coils Of Apollyon» [2012]
Kryptos
Titolo:
The Coils Of Apollyon
Nazione:
India
Formazione:
Jayawant Tewari :: Bass
Ryan Colaco :: Drums
Rohit Chaturvedi :: Guitars
Nolan Lewis :: Guitars, Vocals
Genere:
Durata:
47' 37"
Formato:
CD
2012
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
I Kryptos sono un gruppo heavy/thrash metal indiano arrivato al suo terzo disco, che cerca di farsi notare con un genere finora molto ad appannaggio degli europei e degli americani. La domanda è: ci sono riusciti?
Risposta: sì ma con qualche riserva. Musicalmente “The coils of apollyon” dei Kryptos è bello, ideale acquisto per tutti gli appassionati di un heavy metal old school con un bel suono moderno non plastificato, con una veste grafica sinistra e inquietante, e con una manciata di composizioni tutte più o meno riuscite, capaci di ottimi riffs di chitarra originali e avvincenti, vivaci e con influenze alla Saxon e alla Judas Priest, salvo quando (raramente) i Kryptos vanno veloce, dove si rifanno nettamente a sonorità nettamente più swedish. Il tutto si vede nella gradevole tripletta d’apertura “The mask of anubis”, “the coils of apollyon" e “Serpent Mage”, con anche “Nexus Legion” a interessarmi.
Ma ci sono anche alcuni difetti, che sinceramente imputerei alla provenienza da una zona del mondo dove il metal, per quanto piaciuto, non ha forse ancora la giusta band capace di convincermi totalmente. Nel caso dei Kryptos, infatti, nonostante i riffs ci stanno, manca direi un po’ di rifinitura complessiva dei brani, che finiscono per sedersi per via di arrangiamenti di chitarra abbastanza semplici, una batteria precisa ma non molto dinamica, e tutto questo si sente in un disco bello, ma che forse manca di struttura e di potenza per quel che riguarda la chitarra ritmica e la sezione basso – batteria, con il risultato che nei tempi medi i Kryptos non possiedono troppa incisività. Inoltre, manca un po’ di rabbia, con pochi tempi veloci, e in quei pochi la band cambia troppo stile, finendo per sembrare più death melodico svedese che altro, con delle raw vocals date per esempio da “Starfall” che rovinano il brano e alle quali fatico a trovare un senso.
A parte comunque alcune ingenuità e cose da limare, questo “The coils of apollyon" è un disco globalmente riuscito, forse non da strapparcisi i capelli, ma gradevole e apprezzabile in quanto genuino e onesto, e comunque ben registrato, abbastanza ben composto e con una buona grafica. Da consigliare agli amanti dell’heavy old school: potreste considerarlo una piccola gemma nella vostra collezione di dischi!
Track by Track
- The mask of Anubis 75
- The coils of apollyon 80
- Serpent Mage 80
- Nexus Legion 75
- Eternal crimson spires 70
- Spellcraft 60
- Starfall 60
- Vision of dis 65
- The Isle of voices 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 75
- Tecnica: 65
Giudizio Finale
70Recensione di Snarl pubblicata il --. Articolo letto 969 volte.
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