Azure Agony «India » [2012]
Azure Agony
Titolo:
India
Nazione:
Italia
Formazione:
Federico Ahrens :: Vocals
Gabriele Pala :: Guitar
Marco Sgubin :: Keyboards
Marco Firman :: Bass
Carlo Simeoni :: Drums
Genere:
Durata:
57' 36"
Formato:
CD
2012
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Tre anni ci separano dal precedente “Beyond Belief”, album che il sottoscritto recensì e che trovò delizioso. Ora, gli Azure Agony, tornano e la sostanza non è cambiata ma si è certamente evoluta verso qualcosa di maggiormente complesso, materiale che i nostri sono riusciti a imbastire con la massima naturalezza di chi è abituato a suonare in un certo modo e gli estimatori di tutto ciò non potranno far altro che restare colpiti da tanta buona musica.
Il Progressive Metal dei nostri, se in precedenza era composto esclusivamente da strutture strumentali, ora si ritrova a fare da base a voci dall’incedere ottimo e interpretativo. Impossibile non congratularsi con il Federico Ahrens, singer che ha prestato la voce a tutto ciò mentre i ragazzi restanti di certo non stanno con le mani in mano e sfornano brani dal minutaggio medio (intorno ai 7 minuti) nei quali molti mondi musicali collidono e ci sembra sempre di assaggiare qualcosa che ci ricorda un sapore già provato ma dal gusto indefinibile.
Questa credo sia la forza degli Azure Agony: possedere molte influenze (qualcuna rintracciabile palesemente nei vecchi Dream Theater/Symphony X e quindi classificabile come indiscutibile punto di partenza) ma al tempo stesso non riproporle mai direttamente e conferendo sempre più personalità ai brani fino a far sentire uno stile personale maturato negli anni.
“India” riesce ad essere un disco colmo di entusiasmi e al contempo un prodotto maturo confezionato da musicisti maturi, pieno di angolazioni e mai noioso impreziosito anche dalla presenza di strumenti inusuali come il violoncello di Anna Marcossi che regala alla title-track ancora più varietà di quella che già il brano possiede, per inciso trattasi della canzone più splendente del platter e maggiormente rappresentativa.
Impossibile restare indifferenti con l’incipit testimoniato da “Twin Babel”, dall’eterea energia di “Private Fears”, da “India”, brano eccellente ricco di sfaccettature interessanti e da “Forever Blind”, traccia di chiusura in bellezza.
Questo disco è chiaramente un passo in avanti nella discografia degli Azure Agony ma è soprattutto un più che discreto prodotto di Progressive Rock/Metal che non posso non consigliare a tutti gli estimatori un po’ “viziati” come me. Grandi suoni e buono in generale. Ottimo lavoro ragazzi!
Track by Track
- Twin Babel 75
- Private Fears 80
- Libra's Fall 80
- My Last Time On Earth 70
- India 85
- Hold My Hand 65
- A Man That No Longer Is 70
- Forever Blind 80
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 75
- Tecnica: 85
Giudizio Finale
75Recensione di carnival creation pubblicata il --. Articolo letto 2622 volte.
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