Valfreya «Path To Eternity» [2012]
Valfreya
Titolo:
Path To Eternity
Nazione:
Canada
Formazione:
Jotunn - Drums
Crook -vocals
Grazzt - Guitar & Back Vocals
Karhu - Guitar
Pinch - Bass
Shark - Keyboards
Genere:
Durata:
47' 31"
Formato:
CD
2012
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Un tessuto sonoro folk metal, che vorrebbe evocare atmosfere pugnaci di leggende celtiche, su cui s'innesta l'energia del black metal melodico. E' il sound definito "viking metal" dei Valfreya, metal band di Montreal capeggiata dalla carismatica singer e fondatrice dello stesso Corinne Cardinal, in arte Crook. La caratteristica fondamentale del gruppo canadese - che ha debuttato nei primi mesi del 2012 con l'album "Path to Eternity" - è il caos che regna sovrano nella concezione compositiva stessa dell'EP. A cominciare dalle parti vocali: un'alternanza continua ma caotica di scream convinti e di voce in pulito e a tratti in lirica. E di cori celtici alla Enya o cori più energici che riecheggiano la maestosità degli inni guerreschi E' lampante comunque il carisma che contraddistingue la notevole personalità musicale di Crook. Ma questa si espande su una trama sonora che a volte sfiora il ridicolo, costituita da un pout-pourri di archi, chitarre e synth che alla fine costruiscono song simili a sigle di cartoni animati per la loro eccessiva semplicità strutturale. Un talento canoro, quello di Crook, confermato dalla sua indubbia preparazione classica. Ma che si esprime in modo confuso, accompagnato da improbabili riff di chitarra tipicamente black metal e da altrettanto improbabili ed elementari ritornelli suonati col synth. Insomma ai Valfreya manca una definizione stilistico-musicale che li fa risultare immaturi musicalmente. Quello che esprimono sembra essere disordine. "Path to Eternity" inizia con un intro che appare come un solenne inno di battaglia, sul quale si inserisce lo spoken word di Crook. Il tratto "viking metal" è evidente nel brano "Deity's Grace", caratterizzato da melodie un tantino banali e da scream convinti alternati a cori in clean cantati su brutti riff e arpeggi di chitarra. Nella canzone "Inferno", poi, contrassegnata da un'atmosfera sempre da inno di battaglia, la monotonia della melodia e degli altri inserti musicali risulta lampante. E totalmente disarmonici sono, poi, le alternanze vocali in scream, growl e cantato in clean. La matrice folk dei Valfreya emerge in "Beyond Illusions", song che inizia con flauti e termina con arpeggi di chitarra in pulito. Ed è inframmezzata da cori e melodie imponenti che in certi momenti ricordano sonorità stile Evanescence. Letteralmente orribili e inappropriati gli interventi di synth. Così anche nella sesta canzone del disco, "Confront Immensity". Un leggero miglioramento si nota in "Ocean's assault", in "Condemned world" e in "My everlasting star", song che appaiono decisamente più armoniche rispetto a tutte le altre: le parti vocali, infatti, si legano al contesto sonoro e risultano più lineari. Arpeggi, synth e cori celtici caratterizzano, infine, l'outro "Glorious death". Insomma, i Valfreya vorrebbero esprimere uno stile folk metal, una parte della cultura celtica, anche nel look. Ma il caos e la mancanza di un filo conduttore tematico e compositivo nell'album sembra dominare il loro immaturo stile musicale.
Track by Track
- Path to eternity 40
- Deity's Grace 30
- Inferno 35
- Beyond Illusions 30
- Ocean's Assault 50
- Confront Immensity 30
- Condemned World 55
- Alefest 40
- My Everlasting Star 50
- Glorious Death 45
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 50
- Qualità Artwork: 30
- Originalità: 45
- Tecnica: 45
Giudizio Finale
41Recensione di susie ramone pubblicata il --. Articolo letto 1078 volte.
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