Silentium / Ar «The Ancients’ Wisdom / The Eternal Circle Of Life (Split)» [2012]

Silentium / Ar «The Ancients’ Wisdom / The Eternal Circle Of Life (split)» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
MrSteve »

Recensione Pubblicata il:
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Band:
Silentium / Ar

Titolo:
The Ancients’ Wisdom / The Eternal Circle Of Life (Split)

Nazione:
Ucraina

Formazione:
Silentium:
Vladislav “Munruthel” Redkin (All Instruments)

AR:
Sergey AR Pavlov (All Instruments)

Genere:

Durata:
1h 17' 30"

Formato:
CD

Data di Uscita:
2012

Etichetta:

Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
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Recensione

Prendete due tizi con una tastiera economica. Date loro la possibilità di registrare ciò che vogliono, premurandovi di fargli avere occasionalmente una batteria sintetizzata di pessimo livello. Non chiedetevi se hanno intenzione di sviluppare un'idea precisa, fatelo e basta. Avrete un'idea di come puo' suonare questo split.
Normalmente non sono così cattivo. So bene che i generi affini all'ambient, come quello praticato in questo split, ristampa di due debutti dei primi anni '90, vanno valutati con metodi diversi rispetto al metal normale. Inoltre, soprattutto in caso di metal o primi lavori bisogna essere un po' più comprensivi, e in caso di cose passate bisogna anche valutarle con un occhio al periodo. Ma credetemi, faccio davvero fatica a trovare punti di forza in questo disco. Le idee sono spesso piatte, se non addirittura ridicole, con una realizzazione abbastanza scadente. Anche quando i due (si, si tratta di due one-man band) riescono a trovare la spinta giusta, come in Errata o Snowfall, un insieme di mancanza di logica nella stesura e pessimi suoni impediscono di goderne fino in fondo.
E' piuttosto difficile assegnare almeno la sufficienza. Si puo' affermare che le canzoni di Ar siano superiori di una o due dita rispetto a Silentium come suoni e composizione, e che i remix aggiunti ai lavori riescano ad alzare il livello generale, ma non ci siamo. L'impressione è quella di essere di fronte alla colonna sonora di un videogioco di serie B di una quindicina di anni fa: ripetitivo, piatto e sfacciatamente sintetizzato, nonostante alcune idee che avrebbero potuto rivelarsi anche buone.
Un peccato. Vale sempre la regola del "potrebbe piacere a qualcuno o se siete fan sfegatati del genere", e ha un certo interesse storico, essendo uno dei primi album della scena elettronica Pagan ucraina. Ma purtroppo, è un disco carente, una lunga sfilza di canzoni banali dalla cortissima durata tra le quali si salva davvero poca roba. Buono se siete in cerca di idee da remix, per sfruttare quello che loro non sono riusciti a fare con il loro materiale.