Dirty Heaven «Alone We Are» [2012]
2012
Etichetta:
Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
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Recensione
I bergamaschi Dirty Heaven, nati dalle ceneri degli Steel Avenger esordiscono nei negozio con questo “Alone we are”, un full-lenght di heavy metal classico caratterizzato da numerosi alti e bassi.
Parte in sordina l’opener “Dirty Heaven” caratterizzata da riff di chitarra cadenzati e da una sezione ritmica non molto convincente; il ritmo della song aumenta esponenzialmente con lo scorrere dei secondi per arrivare ad una parte centrale decisamente più interessante. Strizzando l’occhio ai thrash Testament i nostri riescono a mischiare un sound metal classico con sonorità decisamente più moderne alternando, senza particolari cadute di stile, momenti maggiormente melodici a parti di pura energia che riescono a convincere l’ascoltatore. Di particolare pregio sono i chorus, ben strutturati e particolari, che conferiscono un’indubbia personalità alla musica suonata dalla band.
Con “Embryo victim” proseguiamo verso lidi heavy metal con alcune puntate nell’aor più classico inserendo però parti squisitamente thrash caratterizzate da vere e proprie cavalcate di doppia cassa e da una linea vocale pulita ma al tempo stesso notevolmente energica.
“Blow” e “Remembrance” sono invece brani caratterizzati da una buona tecnica e un discreto livello compositivo che mi lasciano una strana sensazione; le due song in esame stentano a partire, pur avendo tutte le carte in regola, risultando alla lunga troppo ripetitive ai nostri timpani.
Si cambia decisamente discorso con “Forced reality”, un brano davvero interessante grazie alla varietà di sound in esso presente e ad una notevole prova del vocalist che riesce a passare da un cantato melodico ad uno urlato senza nessun imbarazzo dimostrando di avere una buona estensione vocale. Il tutto è accompagnato da numerosi cambi di tempo e di velocità che ci presentano punti di indubbio interesse.
“Acoustic heaven” è invece una classica ballad, suonata in maniere ineccepibile; la chitarra acustica si amalgama assai bene con una linea vocale calda e molto melodica ma mai melensa, in un crescendo di emozioni che catturano piacevolmente l’attenzione dell’ascoltatore.
Questo “Alone we are” è quindi un discreto lavoro sotto tutti gli aspetti; una buon punto di partenza che presenta svariate idee interessanti che però non sempre riescono ad essere sviluppate nel migliore dei modi.
Track by Track
- Dirty heaven 75
- Embryo victim 70
- Blow 60
- Remembrance 60
- Forced reality 65
- Watching the children 65
- Noisy silence 60
- The bitter loneliness 65
- Slaughterhouse of terror 65
- Acoustic heaven 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 60
- Tecnica: 65
Giudizio Finale
66Recensione di FallenAngel pubblicata il --. Articolo letto 2005 volte.
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