Ivalys «Lumen» [2012]
Ivalys
Titolo:
Lumen
Nazione:
Francia
Formazione:
Loris Guillen: Bass
Pablo San Martín: Drums
Nicolas Rey: Guitars
Jessica Donati: Vocals
Stanislas Dinnequin: Guitars
Genere:
Durata:
45' 0"
Formato:
CD
2012
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Fortunatamente non siamo di fronte alla solita band capeggiata da una cantante femminile. Sai com'è? da quando gli Evanescence prima, e i Nightwish poi hanno diffuso questo modello di cantanti dal tono flebile, ma magniloquente, patetico come le peggiori necessità adolescenziali, ci siamo visti costretti fin troppe volte a tastiere ampollose, enfasi non richiesta, vestiari gotici sensuali, e via discorrendo il più lontano possibile dalla musica.
Negli Ivalys la solita voce uguale a tutte le altre c'è, e anzi, potremmo dire che è forse meno consistente di altre: monotona e inefficace. Questo, insieme alla mancanza totale di guizzo (che so, un sample, un grido, un coro, una ricercatezza, un qualcosa di imprevisto...) nelle tracce sono gli unici difetti rilevanti di un album altresì di rara energia.
La base è un solido death metal melodico di stampo svedese, al cui interno convivono occasionali momenti atmosferici, tempi medi accattivanti e rocciosi, improvvise tirate inserite con grande maestria e una sezione ritmica corposa che sostiene con forza e fantasia le composizioni. Le chitarre nervose hanno un suono pieno e rotondo, il basso e la batteria in perenne agitazione su tempi di evidente peculiarità; insomma l'evidente potenza della parte strumentale spesso annichilisce la componente melodica, o per meglio dire, le parti più trendy, soffocando la voce e zittendo i tappeti di tastiere. Confrontate in apertura le sporadiche brutali accelerazioni di “Within Flesh”, la doppia cassa-frullatore che parte d'un tratto su “Instill Light”, il cinico e burbanzoso blastbeat nell'incipit di “Enclosure”. Sembra una battaglia per il comando degli equilibri della canzone; più spesso a trionfare è il metallo infuocato e colante di riff oscuri e di ritmiche tuonanti. Talvolta a scalzare ogni respiro di melodia interviene addirittura una seconda voce in un growl rozzo e malvagio.
Certo che uno ci può anche stare a quelle vocine senza sostanza, e a quegli scenari fantasy, romantici e pacchiani, se in cambio arrivano delle bordate di questo calibro.
Per certi versi mi hanno ricordato i tedeschi Deadlock, nel loro caso la presenza melodica e femminile distrugge tutta l'energia; qui vince il metal. Complimenti.
Track by Track
- Within Flesh 70
- Nothing Grows 70
- Haven 70
- Disclosure 70
- Lumen 70
- As It Wanes 70
- Enclosure 75
- The Passengers 70
- Instill Light 75
- Fragments 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 65
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
72Recensione di June pubblicata il --. Articolo letto 1099 volte.
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