Magnum «On The 13th Day» [2012]

Magnum «On The 13th Day» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
Vincent »

Recensione Pubblicata il:
22.01.2013

Band:
Magnum

Titolo:
On The 13th Day

Nazione:
U.k.

Formazione:
Bob Catley - Voce
Tony Clarkin - Chitarra
Mark Stanway - Tastiere
Al Barrow - Basso
Harry James - Batteria

Genere:
Hard Rock

Durata:
59' 8"

Formato:
CD

Data di Uscita:
24.09.2012

Etichetta:
SPV

Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
Kizmaiaz Publishing & Promotion

Recensione

Già dalle foto della band si capisce che siamo di fronte a quei gruppi che hanno la musica nel sangue e di strada ne hanno fatta parecchia insieme: seri, professionali e dediti al british metal old style. Un po’ alla Saxon, Judas Priest o Iron Maiden ci presentano la loro musica vissuta di cui portano certamente i segni e ricordi spettacolari. Effettivamente guardando la biografia non poteva essere altrimenti: questo è il loro sedicesimo album! (il primo uscì nel lontano 1978). Certo lo stile ricalca perfettamente quello degli anni d’oro delle band inglesi sopracitate, un rock/metal melodico, solenne e incalzante che non stanca mai...almeno per quanto mi riguarda penso che al giorno d’oggi questo genere di gruppi non sia considerato altro che “di allora”, una pietra miliare, ma devo dire che tenere duro ai nostri tempi e continuare a pubblicare album nel corso degli anni, in cui la musica ha subito enormi cambiamenti, è un enorme elemento di lode. Inoltre in questo album non trovo una banalità nell’esecuzione, segno che i Magnum sono ancora ispirati. Non ho grandi termini di paragone con i lavori precedenti, ma il tutto si presenta da subito molto orecchiabile con riff più accattivanti alternati da parti più melodiche e lente supportate anche da un suono di tastiere a colorire il tutto rendendolo più solenne. Ovviamente come per le band heavy old style la punta di diamante resta la voce, alta e potente che lancia acuti perfetti e non perde un colpo. La sezione ritmica di basso e batteria non è niente di eccezionale, fa la sua parte restandosene in disparte senza sopraffare gli altri strumenti. Il lavoro si apre molto bene con “All The Dreamers” e ho trovato molto interessati le successive due. Le canzoni restano sostanzialmente sullo stesso piano, forse un po’ più “commerciali” rispetto a come potevano essere caratterizzate all’inizio, in particolare “So Let It Rain” che però è solo un lieto intermezzo per “Dance of the Black Tattoo” caratterizzata da un bel riff iniziale di chitarra. Per il resto il disco passa bene anche perché è veramente ben fatto sotto ogni punto di vista e gli assoli sono veramente belli e curati, così come il lavoro enorme della tastiera. L’album quindi è degno di nota e per gli amanti del british sarà sicuramente apprezzato. Certo non è nulla di eccezionale dal punto di vista innovativo, ma ciò non toglie che la buona musica non si possa fare anche così. “On the 13th Day” lo definirei molto elegante, armonico ed in perfetto stile anni ’80.