Void of Sleep «Tales Between Reality and Madness» [2013]

Void Of Sleep «Tales Between Reality And Madness» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
Carnival Creation »

Recensione Pubblicata il:
03.02.2013

Band:
Void of Sleep

Titolo:
Tales Between Reality and Madness

Nazione:
Italia

Formazione:
Burdo :: Vocals, Guitar
Gale :: Guitar
Paso :: Bass
Allo :: Drums

Genere:
hard stoner sludge psychedelic rock

Durata:
45' 35"

Formato:
CD

Data di Uscita:
21.01.2013

Etichetta:
Aural Music

Distribuzione:
---

Agenzia di Promozione:
Aural Music (Promotion)

Recensione

I Void Of Sleep sono una formazione ravennate nata nel 2010 e con un primo EP all’attivo chiamato “Giants And Killers” del 2011 dopodiché quasi un paio di anni di attesa per ritrovarci questo loro nuovo “Tales Between Reality And Madness” , debut album coi fiocchi, disco che ci presenta una nuova leva di tutto rispetto e con una proposta dedita ad uno Sludge-Stoner Metal piuttosto singolare nelle vedute.
Non troverete granché per poter parlare di un potenziale salto in avanti quanto a sperimentazione od originalità ma di certo questa mancanza (la quale, in questa occasione, non mi ha particolarmente interessato) viene sopperita e quasi annullata dalla superba qualità sonora e di stile con cui “Tales..” è stato presentato.
Francamente una produzione così alta l’ho sentita solo negli Ufomamuth (altra creatura italiana ormai ben nota) e ben pochi altri nel mondo e tutto questo naturalmente alza di molto il punteggio e l’idea che posso avere dei Void Of Sleep, quartetto che sarà anche praticamente sconosciuto per ora ma che non penso proprio faticherà a farsi un nome e a godere di un’opinione comune che non potrebbe che essere ottima.
Non ho trovato falle di nessun tipo e il prodotto si mostra compatto e più che godibile fin dall’opener “Blood On My Hands”, brano che ha il compito non facile di presentare un set list di tracce che devono in tutti i modi restare sullo stesso piano qualitativo. Compito arduo ma perfettamente portato a termine: questi tre quarti d’ora sono stati un continuo movimento di immagini mentali, di energia, atmosfere acide e psichedeliche e piacevoli rimandi persino ai Tool di mezza carriera con “Lost In The Void”.
Brani veloci e ritmati sono inseriti in mezzo ad altri più lenti e macchinosi ma il tutto ha una facciata costantemente ragionata e già matura, frutto di una professionalità inconfutabilmente alta.
Anche sulla scelta dei suoni non ho davvero nulla da dire, sia le ottime voci che i profondi bassi sono stati valorizzati in mezzo al mare di distorsioni di chitarra e una batteria di discreta fattura sorregge il tutto.
Debut grandioso, senza ombra di dubbio.