Borg 64 «Anywhere But Here» [2013]
Recensione
I Borg 64 arrivano dalla Svezia, ma se vi aspettate data la nazione di provenienza un gruppo death metal melodico, vi sbagliate di grosso! Il loro è un hardcore che mi ha sorpreso da subito, non riesco bene a spiegare se in bene o in male: è un insieme di riff veloci di chitarra e voce urlante come nel migliore hardcore, che in questo periodo entra prepotentemente nel mercato, anche se a volte risulta quasi punk rock, a cui viene unita però una componente elettronica tutt’altro che marginale. Il nome Borg 64 mi aveva richiamato alla mente qualcosa di futuristico (anche vedendo il logo nella cover), tipo cyborg, ma non pensavo che le mie orecchie potessero udire un suono del genere...ho detto bene: futuristico. Un mix di sound che potrebbe fare da colonna sonora ad un libro di Asimov, a film come Minority Report o Star Wars, data la mole di fantascienza che emerge da questo EP. Le canzoni sono rapide: nel senso che durano in media 2 minuti e 30 secondi, ma anche per la velocità di esecuzione e questa componente elettronica, che richiama a dei laser, le rende molto più movimentate e trainanti. La sensazione che si ha è di avere fretta, dover correre via, non riesco a descriverla in maniera diversa. Diciamo che mette un po’ in movimento i neuroni. Devo essere sincero, mi trovo veramente in difficoltà: generalmente amo le sperimentazioni, ma qui sono di fronte a qualcosa di difficile classificazione e considerando che sono solo in tre a produrre un tale sound devo per forza di cose complimentarmi con loro. Sinceramente il tutto comunque sembra ripetitivo ed arrivi alla fine che ti chiedi se è già finito o meno, passi veramente dal tutto al silenzio in un nanosecondo...sembra un qualcosa di incompleto che non ha un definito filo conduttore. Per questo motivo mi viene da consigliarli di dare un senso maggiore anche al disco ed alla metrica delle tracce. Insomma dovete ascoltarli, sono di quelle cose che o piacciono o non piacciono, c’è poco da fare. Personalmente non amando particolarmente l’hardcore non ho avuto una buona impressione, ma le novità come questa fanno sempre storcere il naso al primo approccio e ovviamente ognuno ha i propri gusti.
Track by Track
- Death to False Power Chords 75
- Late Nights at Quarks 65
- Judge Jury Executioner Talkshow Host 60
- Lulea 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 80
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
70Recensione di Vincent pubblicata il 06.02.2013. Articolo letto 1148 volte.
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