Helreidh «Fragmenta» [2013]

Helreidh «Fragmenta» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Elbereth »

 

Recensione Pubblicata il:
07.02.2013

 

Visualizzazioni:
1976

 

Band:
Helreidh
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Titolo:
Fragmenta

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Yorick - chitarre
Francesco "Frana" De Paoli - basso
Max Bastasi - voce
Aligi Pasqualetto - tastiere e piano
Luca Roggi - batteria

 

Genere:
Symphonic Progressive / Power Metal

 

Durata:
45' 24"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
09.11.2012

 

Etichetta:
Pure Prog Records
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Distribuzione:
Audioglobe
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Bertus
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Sound Pollution Distribution
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Agenzia di Promozione:
Pure Steel Promotion
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Indie Mood Press Office
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Recensione

Gli italiani Helreidh, autori di Memories (1997) e Fingerprints Of the Gods (1999), dopo anni di silenzio e cambi di line-up tornano per offrirci un’ elegante e ragionata alchimia tra progressive, elementi sinfo/melodici e modernità: Fragmenta, lavoro targato Pure Prog Records.
Ai membri fondatori Yorick (chitarre) e Luca Roggi (batteria) si affiancano senza esitazione apparente Max Bastasi (voce), Aligi Pasqualetto (tastiere) e Francesco De Paoli (basso), riuscendo a creare un sound compatto e ben amalgamato.

Otto tracce, otto “frammenti”, tra i quali è difficile trovare un filo conduttore lineare: intro e outro strumentali fanno da cornice a sei pezzi molto diversi tra loro. Si parte con la progressive melodica “In Hoc Signo Vinces”, la successiva “Ex Visionibus… Fatus” mantiene l’impostazione prog lasciando più respiro, durante i suoi buoni 10 minuti, a parti melodiche e sinfoniche in cui è Pasqualetto a farla da padrone, soprattutto durante il gradevole intermezzo strumentale in cui si intreccia sapientemente alle chitarre, per passare poi il leading role alla voce morbida di Bastasi, che con “Orfeo’s Lament”, una suggestiva ballad, dà un’ottima prova delle sue capacità.
In “Exile (We Mot Delen Alto)” è difficile non riconoscere un bel tributo al prog rock anni ’70 con un tocco iniziale alla Petrucci&co, sette minuti che scivolano leggeri grazie ad una linea melodica azzeccata e si chiudono con un notevole assolo dell'ospite Gary Wehrkamp, chitarra e tastiere degli Shadow Gallery.
Segue “Shades Of My Untimely Autumn”, un dolcissimo melting di chitarra acustica e tastiere che ci catapulta in una dimensione finora estranea al sound dell’album, in cui non è difficile riuscire quasi a vedere Orfeo parlare agli alberi della foresta, ma è con “Zep Tepi” che gli Helreidh, ci regalano una piccola perla dalle influenze seventies ma pur sempre d’impatto, un progressive tecnico ed emozionante a cui è dura trovare un difetto; lo stesso Yorick ci dice che: <<"Zep Tepi è nata prima dell'epoca Shadow Gallery, ed è puro frutto dell'amore per il prog anni '70, l'heavy prog anni '90 e i Savatage di Chance>>.
Album vivamente consigliato la cui unica mancanza è un pizzico di aggressività.

Dunque, come suggerito ad Orfeo: Helreidh, rise and find (finally) your way!

Track by Track
  1. Exordium: Fragmenta 70
  2. In Hoc Signo Vinces 75
  3. Ex Visionibus....Fatus 80
  4. Orfeo´s Lament 80
  5. Exile (We Mot Delen Ato) 80
  6. Shades Of My Untimely Autumn 85
  7. Zep Tepi 85
  8. Congedum: Whispers From Outer Space 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
78

 

Recensione di Elbereth pubblicata il 07.02.2013. Articolo letto 1976 volte.

 

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