AA.VV. «Akompilation 001» [2005]

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BurdeN »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1247

 

Band:
AA.VV.
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Titolo:
Akompilation 001

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:

 

Genere:

 

Durata:
1h 9' 0"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2005

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Interessante questa compilation, si è vero, in alcuni casi servono solo a spillare soldi, ma quando, come in questo caso hanno lo scopo di promuovere l’underground ben vengano.
E come ogni compilation che si rispetti ha la sua buona dose di originalità, si passa dal rock, dal metalcore fino al death metal più marcio e profondo.
Prima di perderci in ulteriori preamboli addentriamoci nei meandri delle tante sfumature musicali che compongono questo cd, si inizia subito con gli Un-Kind ed il loro sound moderno e potente, per poi proseguire con le sfuriate hardcore dei Nowhere (quelli romani), molto sporco e tirato, il discorso non cambia neanche con i successivi Maialine, solo che qui c’è meno hardcore e più metal, metalcore! Ma va? Non troppo originale a dire il vero, anche se si lascia ascoltare volentieri.
Dopo un inizio che sembrava assestarsi su sonorità complessive moderne ci pensano una serie di bands dal carattere spiccatamente rock a cambiare le carte in tavola, i primi sono niente poco di meno che Sir Psycho, che calmano l’aria con un rock ventato di pop molto melodico, ma a portarci nel sudiciume del rock vero e proprio ci pensano i Redefine, gruppo dove si avverte una forte influenza del tipico rock Italiano, non male.
Riprendiamo la nostra avventura musicale con gli Eikasia, formazione prettamente rock, che con la voce femminile della loro cantante mi ha ricordato una certa Carmen Consoli, ovviamente non ci troviamo di fronte allo stesso stile musicale, anche perché quando le chitarre iniziano a farsi incisive vengono alla mente certe strutture alla Evanescence, ma è proprio il timbro di voce particolare che rende il tutto abbastanza originale, non male.
Prima di ributtarci in allucinanti ritmiche metal ci pensano i Fed…Up a chiudere la sezione rock, ahime con una traccia discontinua, disarmonica, a tratti forzata, peccato.
Bene, ed ora una serie di gruppi alquanto incazzati, come ce piaceno a noi, e partiamo subito con i Media Solution, una band particolare perché all’inizio i riffs sembrano assestarsi su territori thrash metal, ma in verità il tutto si risolve in sonorità alquanto sperimentali ed interresanti, ma è con i Timothy che si fa un salto nel marciume più totale, grazie ad un grind sporco e venato di punk al punto giusto.
Vi piacciono i Cannibal Corpse? E allora non dovrebbero farvi schifo neanche i Muculords, non sono la band più innovativa del pianeta, ma quello che fanno diciamo che lo sanno fare con cognizione di causa, con gli Entity si rimane sempe in campo metal, ma nel versante thrash metal più moderno, con questo non sto dicendo metalcore! Con tutto il rispetto parlando, chiaro.
Ancora thrash metal con i Last Rites, e fortissima è in questo caso l’influenza dei Children Of Bodom, per questo motivo il risultato è ancora troppo acerbo.
Tornano anche i Nowhere, però stavolta quelli di Milano, e ci pongono fondamentalmente un rock nordico, tipo ultimi Sentenced, impressione che diventa ancora più marcata quando il cantante apre la bocca, praticamente potrebbero diventare la cover band ufficiale, comunque sia non male, si sente un certo gusto per la melodia, un leggero salto negli anni 80 lo si fa con i Junglas Regia, che ci propongono un hard rock abbastanza melodico e piacevole, senza infamia e senza lode.
Con i Sin Driven Tide ci si aggira in territori abbastanza classi metal, anche se pure qui tornano certi retaggi alla Sentenced, anche qui per quando riguarda la voce, non un capolavoro, ma gradevole.
Si va verso la fine e i toni cominciano a farsi più smaccatamente rock, quello rozzo e anche punk, a volte pure demenziale, come ad esempio gli Action Man, molto ironici e divertenti, infinale si segnalano anche i Griv e i Germinale, con il loro rock groove e sporco, chiudono i giochi i punkers Panic Roots, abbastanza tirati nelle ritmiche.
Questa della Akom è senza dubbio una compilation molto eterogenea che oltre a mostrate uno spaccato del nostro underground può fare gola anche ad un pubblico molto vasto, visti i tanti generi musicali trattati, non male inoltre neanche la produzione dei brani, tutti sopra la sufficienza per quanto riguarda i suoni. Non male.

Track by Track
  1. Un-Kind - Veil 70
  2. Nowhere - Saint Where 75
  3. Mainline - One by One 65
  4. Sir Psycho - Take A Stand 65
  5. Redefine! - Buone Mani 65
  6. Eikasia - Hello 70
  7. Fe...Dup - Last Day of My Life 50
  8. Media Solution - Pejote 75
  9. Timothy - Louder Than Over 60
  10. Muculords - Brutulords/cepli 70
  11. Entity - Unfolfilled Promises 75
  12. Last Rites - Mind's Prison 60
  13. Nowhere (MI) - Alone 69
  14. Junglans Regia - Freddo 60
  15. Sin Driven Tide - Back to Daylight 65
  16. Germinale - Disordine 65
  17. Crunch Mob - Son of Sam 65
  18. Griv - Vuoto Momento 60
  19. Action Men - If You'Re Happy 60
  20. Panic Roots - Panic 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
66

 

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