Todtgelichter «Apnoe» [2013]
Recensione
Li abbiamo lasciati nel 2010 con “Angst”, full-length che il collega trovò estremamente interessante a suo tempo e che descrisse in modo più che positivo. Certo la pasta con la quale i tedeschi Todtgelichter compongono i loro brani non è stata eccessivamente stravolta, sempre di un gran gruppo stiamo parlando però “Apnoe”, studio album di prossima pubblicazione, ritengo che da un lato getti delle basi per una nuova strada presa dai nostri e dall’altro che confermi il fatto di trovarsi di fronte ad una realtà europea sempre tendente al rinnovamento dei propri sentieri comunicativi.
La musica è arte e come tale va fatta evolvere di pari passo con la personalità dell’artista che compie l’atto creativo perciò non mi sorprendo troppo se “Apnoe” si mostra ben diverso dagli altri dischi come ad esempio “Schemen”.
Il passato semi-Black Metal dei nostri si è via via trasformato generando, disco dopo disco, una perfetta coesistenza tra elementi sonori ben distinti e anche molto lontani tra loro.
Ascoltare “Until It All Begins” ricorda molto i sapori jazz di atmosfere ben cristalline e disarmanti di fronte ad una possibile “Embers”, opener del disco e più improntata verso un Avantgarde Metal strano e complesso ricco di angolazioni; così anche altri episodi, magistralmente interpretati dai due singer, maschio e femmina e rispettivamente Tobias entrato da poco nella band e Marta, dalle doti che vi invito a scoprire da soli.
Inutile dire che “Apnoe” si presenta come un disco estremamente vario e invitante che si ripropone si accontentare un po’ tutti i gusti e al contempo regalandoci momenti di sperimentazione mai esagerata ma eseguita con classe, basterebbe fare l’esempio di “Kollision”, elettronica e surreale che si contrappone benignamente con la teatrale “Beyond Silence”, brano successivo.
Va detto che non ci troviamo di fronte ad un capolavoro in quanto di punti qualitativamente minori il disco ne presenta alcuni, come la troppa ripetitività in qualche occasione e la leggera confusione stilistica (lo scrivo soggettivamente) ma è un “errore” nel quale si può incappare facilmente se si compone musica senza frontiere.
Disco sicuramente valido che consiglio ma ritengo che ogni ascoltatore ci veda un po’ ciò che vuole. Vale la pena provarlo del resto non parliamo di novellini.
Track by Track
- Embers 70
- Lights Of Highways 55
- Expectations 70
- Kollision 75
- Beyond Silence 65
- Soil 70
- Odem 60
- Until It All Begins 80
- Tiefer Fall 75
- Torn 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 85
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 70
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
70Recensione di Carnival Creation pubblicata il 26.02.2013. Articolo letto 1892 volte.
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