Nader Sadek «Living Flesh» [2013]
Recensione
Prima di descrivere l’album, due parole per descrivere questa all-star band: Nader Sadek collabora attivamente con I musicisti ingaggiati (dei quail credo veramente che non ci sia bisogno di descrizione) e li ha convocati lui, ma in questa band lui non è altro che quello che fa i samples, il concpet dell’album, credo, e qualche linea vocale. E il concept dell’album riguarda il petrolio. Questa sostanza che si forma da materia organica marcita in condizioni prive di ossigeno, divenuta qualcosa di a sua volta sfruttabile dall’umanità per vivere. Qualcosa che dunque insieme alle macchine soggioga l’umanità. Insomma: istrionico, originale e curato. Siamo di fronte ad un progetto curato musicalmente e visivamente nei live non tanto dalla band quanto da questo Nader Sadek.
Il cd in questione non è altro che un live, con la riproposizione praticamente per intero del loro finora unico full length fatto, “In the flesh” del 2011, rilasciato sia in versione cd che in versione DVD del quale se ne sente la necessità per una recensione oggettiva, visto l’approccio scenico usato dalla band (batteria in primo piano, cantante dietro, e robe nere tipo petrolio tirate al pubblico). Ora, per quanto il cd sia ben fatto, ben suonato, i pezzi siano ben strutturati e a volte molto degni di nota (l’intrigante e monoriff “Nigredo in necromance”), “Living Flesh” ha alcuni difetti. Ok, il cd è ascoltabilissimo, potente, godibile eccetera, ma: anzitutto, qui ci sono solo 31 minuti di musica vera e il resto sono dei fillers (non trovo opportuno un drum solo di 7 minuti), poi a volte la batteria è decisamente troppo alta rispetto alla chitarra, e soprattutto ci manca una chitarra ritmica. Le composizioni hanno Blasphemer che si sbizzarrisce in quanto a assoli, non male, ma a causa del suono basso di questo strumento, a volte capire il brano non è facile, e infine sarà anche un live, ma è poco più che una riproposizione asettica del materiale su disco, col pubblico che si sente solo tra canzone e canzone, e basta.
Insomma: questo “Living Flesh” è molto, molto bello musicalmente ma possiede dei difetti tipici delle all-stars band. Intrigante? Sì. Piacevole? Abbastanza. Indispensabile? Io direi di no, almeno attenendoci solo alla parte audio del disco. E anche col materiale video la sostanza cambia di poco: non è male, ma forse era troppo prematuro fare un dvd live per loro. In conclusione, non si tratta di un cd da buttare, ma se volete ascoltare questa band, l’album da studio, “In the flesh”, è migliore e più consigliato da acquistare. Magari questo compratelo dopo.
Track by Track
- Re:awakening 55
- Nigredo in Necromance 75
- Sulffer 75
- Mechanic Idolatry 75
- Soulless 70
- Rusted Skin (drum solo) 50
- Of this flesh 80
- Re:exhaust 55
- Petrophilia 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 65
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
67Recensione di Snarl pubblicata il 28.02.2013. Articolo letto 822 volte.
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