Witches Brew «Supersonicspeedfreaks» [2013]
Witches Brew
Titolo:
Supersonicspeedfreaks
Nazione:
Italia
Formazione:
Mirko Zonca: Bass guitar
Mirko Bosco: Electric Guitar
Frankie Brando: Drums
Featuring:
Steve Sylvester (Death SS) , Nik Turner (Hawkwind), J.C Cinel (ex Wicked Minds), Martir Grice (Delirium), Paolo Negri (Wicked Minds) . Ricky Dal Pane (Buttered Bacon Biscuits)
Genere:
Stoner rock
Durata:
52' 0"
Formato:
CD
Recensione
Sonorità evocative, una tracklist di sette brani dalla durata totale di oltre 50 minuti ed uno squadrone di featurers "supersonici" di sicuro attirano l'attenzione su questo lavoro Made In Italy prodotto da Black Widow.
Di sicuro troverà molti consensi fra gli amanti della "nicchia" desert/psychedelic stoner, sebbene i richiami più forti siano da attribuire al doom, ma ci arriverò fra qualche riga. Vorrei per prima cosa fare una standing ovation alle voci formidabili che ho avuto modo di apprezzare in questo disco, le melodie sono tessute su misura sulle timbriche di nientepopòdimenochè Nik Turner (Hawkwind), Steve Sylvester (Death SS, Sancta Sanctorum), J.C. Cinel (ex Wicked Minds) e Ricky Dal Pane; le caratteristiche vocali di quest'ultimo renderebbero fiero il Layne Staley di Dirt, specialmente sul brano "What d'You Want from Me". Se siete pronti a versare qualche lacrima e a rispolverare Sabotage o Volume 4 poco dopo l'ascolto di questo brillante lavoro, benvenuti nel club di chi non ha potuto non apprezzare Supersonicspeedfreaks. Se non avete idea di cosa ho appena scritto chiudete questa finestrella, allontanatevi e cercate di incendiarvi, in un modo o nell'altro. Dal suono di chitarra, alle dinamiche, alla cadenza, alla stesura dei brani questo disco sembra in tutto e per tutto uscito fuori dalla mente di Tony Iommi e compagnia bella. Concedendo qualche ascolto ad ogni singolo brano si avrà la sensazione che, anzi, ci si trovi davanti ad una sorta di sviluppo del lavoro dei Sabbath, proteso ulteriormente alla psichedelia progressive. Ecco che arriva la parte antipatica. Già, perchè è solo offrendo alle canzoni la possibilità di "aprirsi" che si possono apprezzare a pieno. Ci sono due pezzi da oltre dieci minuti, la opener "Vintage Wine" e "Make Me Pay", la prima munita di finale sabbath-iano e la seconda densa di pathos (degno di nota il brillante Steve Sylvester) ma tendente a risultare fin troppo ossessiva. L'intro di "Tell Me Why" è talmente Sabbath da avermi commosso. Ho riascoltato quella manciata di secondi a manetta in piedi davanti alle mie Genelec per poi rimettermi a sedere. Felice. il resto del pezzo non colpisce melodicamente, purtroppo non è all'altezza dell'intro e contiene qualche trascuratezza a livello compositivo.
In generale mentre le voci suonano stupendamente, il suono di basso distorto alle volte fatica ad amalgamarsi con gli altri strumenti (pecca di missaggio). Temo che la band stessa sia talmente radicata nel genere da utilizzare suoni davvero molto simili ai loro predecessori, cosa che può rappresentare sia un pregio che un limite, oltre che non curarsi delle imprecisioni tecniche e dell'approccio improvvisativo dei soli che a tratti colpiscono meno di quanto dovrebbero. In generale le strutture dei brani funzionano, sebbene le soluzioni armoniche risultino elementari e offrano all'ascoltatore nient'altro di ciò che si aspetti di sentire ma in fondo è questa la chiave di lettura del disco, un insieme di suoni ruvidi da accettare, nostalgicamente, con la mano sul petto ed un pipistrello decapitato a terra.
Track by Track
- Vintage wine 60
- What'd you want from me 85
- Children of the sun 60
- Make me pay 60
- Tell me why 70
- Magic essence 55
- Supersonic wheelchair 55
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 50
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
64Recensione di Mark David pubblicata il 28.02.2013. Articolo letto 1877 volte.
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