Munruthel «CREEDamage» [2012]
Recensione
Progetto attivo già dal 1997 di Munruthel, membro storico dei Nokturnal Mortum (e di altri progetti), band di culto proveniente dalla Russia, che già dopo pochi album aveva ampliato il proprio sound con derive folk e testi pagani piuttosto evidenti. Adesso è titolare di questa one man band (più molte session) completamente lanciata su un metal incentrato su concetti pagani; brani piuttosto lunghi ed articolati, calderone di un'infinità di derive metalliche, ma anche totalmente avulse. Alla base di tutto c'è un death/black metal che moltissimo ricorda i Dimmu Brogir del dopo successo, soprattutto per l'incedere della batteria, le vocals e, in gran parte, per le ricercate orchestrazioni; momenti più rocciosi alternano aperture acustiche e melodiche creando una grande varietà, compresi una serie di elementi più particolari (anche se non per forza originali), come voci femminili, sample di percussioni e un grande uso dei sintetizzatori. Non indifferente, in fine, gli occasionali momenti in cui il basso ricorda molto certa darkwave, alle volte quasi funkeggiante (ad esempio nella title track).
Le tracce sono tutti piuttosto molto cariche di arrangiamenti, e questo rende il disco meno facilmente fruibile, ma anche più godibile sulla lunga durata. Il trittico strumentale posto alla fine dell'album dura quasi venti minuti, ma si dilunga per lo più nella proposta di un ambient evocativo ed enfatico fatto di suoni sintetici, forse più che nel resto dell'intero disco. A conclusione di una fede incrollabile verso il paganesimo, ecco comparire, giusto alla metà una cover dei Bathory del periodo giusto, “The Lake”, dall'album “Blood On Ice”.
In fin dei conti com'è questo album? Credo che gli appassionati troveranno pane per i loro denti all'interno di quest'ora abbondante di musica, ma anche coloro che si sentono vicini a un certo tipo di metal estremo riccamente orchestrato, o comunque dal piglio gotico potrebbero goderne, perché è veramente molto curato e registrato nitidamente. A voler citare un punto debole del lavoro, si può indugiare su una sensazione di prolissità che può portare talvolta a distrarsi e l'eccessiva pulizia, che lo rende poco spontaneo e un po' artefatto.
Track by Track
- Ardent Dance of War’s God 50
- Rolls of Thunder from Fiery Skies 60
- CREEDamage 60
- The Mown Dawns Lie on the Ground 55
- The Age of Heroes 50
- The Lake (Bathory cover) 65
- The Eyes of Abyss 55
- Carpathians’ Shield 55
- Krada I: The Blood 55
- Krada II: The Surya 60
- Krada III: The Fire 55
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 65
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
61Recensione di June pubblicata il 10.03.2013. Articolo letto 1343 volte.
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