Radiance «Undying Diabolyca» [2013]
Recensione
Leggi My Kingdom Music e sai che stai per ascoltare qualcosa che è sempre molto lontano dall'idea di musica ortodossa; poi può piacere o no, ma non si può dire che non si siano impegnati a trovare delle sonorità che fossero ricercate e che volessero proporre delle alternative. In questo caso abbiamo per le mani un quartetto italiano che cerca di unire le difficili derive del techno death/thrash dei Cynic, con l'avaguardia degli Arcturus e con certe aperture dei Crimson Glory; ossia, tre angoli assai distanti tra loro, ma accomunati dalla volontà di progredire un genere rispettivamente, il death metal, il black metal e il metal classico. O almeno questo è quello che dice la velina che accompagna il disco. La mia opinione è che siano un gruppo di metal moderno basato su trame tecnicamente complesse, con atmosfere cupe, ma in un'accezione più legata alla vecchia scuola, ossia basate su chitarre arzigogolate, effettate e trasognanti.
Questi Radiance sono composti da una sezione ritmica piuttosto elaborata, batteria sincopata e basso funambolico; da una chitarra molto movimentata che spazia anche in termini di suono, come già anticipato; e guidati da una voce femminile che nell'intento di sembrare evocativa risulta spesso di maniera, suonando statica e monotona. È vero comunque che c'è classe tecnica da vendere, e anche un gusto per il riff, forse ancora un po' acerbo (in fin dei conti si tratta del primo full lenght), ma coinvolgente. La stessa tecnica è usata con grande scioltezza e non appesantisce l'ascolto; queste sono le ottime caratteristiche. Purtroppo su tutto il lavoro aleggia una sensazione di staticità che non si attenua neanche nei momenti melodici di brani come la title track strumentale o di “Whirl's Criterion”. Non fraintendiamoci non è un lavoro privo di spunti interessanti, ma il suono merita di esser focalizzato, ad esempio mettendo in mostra dei ritornelli o anche semplicemente dei riff più accattivanti, altrimenti è troppo facile perdere l'attenzione e conseguentemente la bussola, soprattutto in brani come questi, lunghi anche nove minuti (mai sotto i cinque, comunque!). Consiglierei l'ascolto a chi è avvezzo a sonorità progressive piuttosto ardite.
Track by Track
- Towards Doom 65
- Another Way 60
- Behind The Light 60
- Storm 65
- Resonance 65
- Whirl's Criterion 60
- Le Poison à La Mode 55
- Undying Diabolyca 55
- Pulse of Awakening 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 70
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
65Recensione di June pubblicata il 10.03.2013. Articolo letto 1974 volte.
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