Big Steel Shit «Shit Happens» [2012]
Big Steel Shit
Titolo:
Shit Happens
Nazione:
Italia
Formazione:
Giovanni Lopriore - Voce
Stefano D'Errico - Chitarra
Marco Costante - Chitarra
Alessandro Lippo - Basso
Fulvio Orlando - Batteria
Genere:
alternative metal/post-grunge
Durata:
50' 6"
Formato:
CD
31.10.2012
Etichetta:
Autoproduzione
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Autoprodursi al giorno d'oggi significa non soltanto mettere mano al portafoglio e fare la gioia di Mr Studiodiregistrazione o di Mr Negozio/sito di equipment, ma avere il 100% della colpa e del merito di quello che ne uscirà fuori.
I mezzi al giorno d'oggi ci sono. Io per primo ho registrato dischi servendomi di microfoni a condensatore in prestito, compressori a noleggio ed ore ed ore di editing su software. Il risultato è dignitoso ed anche un perfetto idiota, raccogliendo info sui vari forum dedicati all'home recording può raggiungere discrete capacità e tutelarsi da errori banali. Stiamo parlando di produzioni di basso livello, tuttavia fruibili dalla maggioranza degli ascoltatori che se ne sbattono della forma, tuttavia caritatevoli di un minimo di comprensione per un'autoproduzione. Fatta questa premessa/pippone andiamo a parlare del disco in questione.
Il tentativo di eguagliare dischi "veri" che hanno passato fasi di mastering su macchine "vere" è stato del tutto controproducente, appiattendo le dinamiche in primis e creando un fastidioso effetto di ipercompressione poi. Se, prendendo le tracce, si rifacesse un bel master correggendo prima in fase di mix alcune pecche sono convinto che il sound sarebbe davvero interessante. Anzi, credo sarebbe proprio fico. Sì perchè questi Big Steel Shit non scherzano affatto, fin dalla opener "Lard" ( mmh... quello di colonnata...) si sente una chitarra ben studiata nel riffing e la batteria, che all'interno del disco mantiene un livello tecnico davvero alto, è strutturata talmente bene da far scorrere il brano liscio come il lardo. Chiedo scusa. Le linee di basso sono davvero convincenti ed il suono è davvero arrabbiatissimo. Le mie perplessità interessano soprattutto la voce di Giovanni Lopriore che interpreta melodie appassionanti in maniera molto precisa e senza affatto suonare "autotuned" (eccetto Industrial Fever dove è intenzionalissima). Tuttavia il modo di cantare è a volte un pò apatico, "piatto". Dopo il primo ascolto comunque ci si fa l'orecchio e a quel punto fila.
La mia traccia preferita del disco è "It Barks Rage", con richiami a Disturbed e Alter Bridge, ritornellone orecchiabile e ancora una volta riffing davvero degno di nota.
Sorpassando le pecche in ambito sonoro tuttavia, dobbiamo affrontare i "cali" del disco dal punto di vista della scrittura. Le melodie vocali non troppo convincenti appesantiscono un pò l'ascolto verso metà del lavoro. L'aiuto di un esterno sarebbe stato decisivo mandando in produzione all'incirca la metà dei brani o modificando alcune parti da "limare" o sostituire.
Il gruppo in sè ricorda a tratti, nel bene e nel male, System Of A Down, Pantera (la chitarra soprattutto molto Darrell-iana) e altri gruppi del filone alt-metal, rendendo l'ascolto del disco molto aperto ad un largo pubblico.
Il sound è decisamente buono, la tecnica c'è e le idee sono MOLTO buone, oltre che sviluppate con grande maturità e gusto. Trovate una dannata etichetta ragazzi! Spero di non sbagliarmi avendo la sensazione che i Big Steel Shit siano assolutamente da tenere in considerazione in ambito live.
Consiglio Shit Happens agli appassionati del genere che non hanno troppe pretese in ambito sonoro.
Spero di sentire presto un nuovo lavoro, magari un EP, registrato meglio e con pezzi ben selezionati.
Track by Track
- Lard 80
- Godsons 40
- It barks rage 85
- Stoned by reality 60
- Didn't mean 65
- Industrial fever 65
- Misleading 40
- News that confuse 45
- Brakes off 75
- Waiting for the bus (feat. Silvia Galetta) 50
- Shit Happens 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 55
- Qualità Artwork: 55
- Originalità: 75
- Tecnica: 85
Giudizio Finale
62Recensione di Mark David pubblicata il 22.03.2013. Articolo letto 1033 volte.
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