Vermin (Svezia) «Plunge Into Oblivion (Reissue)» [2013]
Recensione
“Plunge into oblivion” altro non è che la ristampa del debut album degli svedesi Vermin, distribuito dall’italiana Punishment 18 Records. L’album, datato 1994, è un chiaro esempio di death metal rozzo e senza compromessi, abbastanza tipico dei primi anni ’90 che, con questa ristampa, riesce ad eliminare parte delle imperfezioni sonore della versione originale.
La band ha inciso tre cd ed è inattiva da più di dieci anni; non riesco quindi proprio a capire l’utilità di ristampare il loro primo lavoro soprattutto per il fatto che non si tratta di nulla di particolarmente interessante o innovativo. Il sound della band segue pedissequamente tutti i cliché del death metal nordico senza avere la seppur minima parvenza di originalità o personalità; troviamo qua e là chiari riferimenti a band più blasonate come Entombed e Unleashed senza però riuscire a trovare una vera e propria chiave di svolta per ottenere un risultato davvero apprezzabile.
Ci troviamo di fronte a poco più di mezz’ora caratterizzata da un death metal incolore e insapore che ci propone 13 brani uno fotocopia dell’altro composti da una sezione ritmica precisa e veloce che accompagna riff di chitarra “marci” e striduli di discreto effetto ed una linea vocale ben eseguita, ma tutto sommato monocorde. Fanno eccezione brani come “Life/See my sorrow” e “Denials” che riescono a convincere maggiormente rispetto a tutti gli altri grazie soprattutto ad un costrutto più complesso e ad alcune idee ben sviluppate come cambi di tempo repentini accostando momenti veloci e potenti a parti maggiormente cadenzate che riescono a creare un’atmosfera quasi claustrofobica.
Questo “Plunge into oblivion” è quindi un full-lenght ben suonato e senza particolari pecche dal punto di vista delle capacità strumentali della band ma che non riesce a convincere appieno l’ascoltatore a causa dell’ovvietà presente nella maggioranza dei suoi brani; sicuramente negli anni in cui il cd è stato inciso il sound dei Vermin sarà stato più apprezzato anche perché agli inizi degli anni ’90 il death metal nordico viveva il suo momento di massimo splendore. Consiglio questo full-lenght esclusivamente agli amanti del genere e ai collezionisti appassionati del metal dell’epoca; per tutti gli altri potrebbe essere un cd abbastanza inutile.
Track by Track
- When hell becomes reality 60
- Slave 55
- Screw 60
- The silence 55
- Life/See my sorrow 70
- Enemy 60
- Eternal love 65
- Denials 70
- Hypochrist 55
- How many millions 60
- Plunge into oblivion 65
- Bitter hate 55
- San quentin 45
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 50
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
60Recensione di FallenAngel pubblicata il 23.03.2013. Articolo letto 1057 volte.
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