Persefone «Spiritual Migration» [2013]
Recensione
Abbiamo già recensito nel 2010 i talentuosi Persefone, band molto curiosa proveniente dal principato di Andorra e ormai con alle spalle ben tre album in studio.
Formazione estremamente collaudata e unita (nonostante qualche cambiamento nella formazione nel corso degli anni), i Persefone hanno sfornato da poco quest’ultimo “Spiritual Migration” che continua senza alcun problema il loro ben complesso sentiero musicale la cui proposta si può rintracciare in qualcosa che contempla il Progressive Metal / Neo Prog Rock e sprazzi di Melodic Death Metal senza tuttavia arrivare a rendere troppo ibrido il tutto ma allo stesso tempo risultando originali e freschi.
Il virtuosismo e l’imprevedibilità è certamente un membro della casa dei Persefone che infatti non disdegnano brani molto tecnici e variegati ricordando qua e là tanto i Dream Theater più moderni quanto i Symphony X per determinate scelte di suono ma lo stile di cantati è sicuramente più incline al mondo del metal estremo scandinavo o comunque del Melodic Death che strizza l’occhio alla musica sinfonia, di qua il gran lavoro del tastierista e cantante Moe Espinosa in grado di conferire ai pezzi giuste dosi di particolarità fermo restando che chitarre, basso e batteria non sbagliano un colpo che sia uno.
In certi momenti mi verrebbero in mente addirittura gli Into Eternity senza il poli-cromatismo vocale di Stu Block, specie in brani come “Mind As Universe”, opener di un disco che coglie di sorpresa qualsiasi ascoltatore viziato almeno quanto il sottoscritto e non certo facilmente influenzabile ma in “Spiritual Migration” si respira aria di complessità e di brani accattivanti in ogni dove. Ho apprezzato moltissimo suoni, tecnica, testi, grafica e copertina (di Travis Smith per altro) e ogni possibile elemento per poter dire con assoluta certezza che inizierò a seguire il lavoro dei Persefone in modo più approfondito poiché si meritano sia miriadi di ascolti che tutto il successo che già hanno.
Menziono con piacere la title-tack e l’ultra tecnica “The Great Reality” come assoluti brani che meglio rappresentano l’ultima fatica del sestetto di Andorra al quale auguro davvero tutto il meglio.
Track by Track
- Flying Sea Dragons 70
- Mind as Universe 80
- The Great Reality 85
- Zazen Meditation 75
- The Majestic of Gaia 80
- Consciousness Pt. 1 - Sitting in Silence 70
- Consciousness Pt. 2 - A Path to Enlightenment 75
- Inner Fullness 75
- Metta Meditation 70
- Upward Explosion 70
- Spiritual Migration 90
- Returning To The Source 80
- Outro 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 90
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 75
- Tecnica: 90
Giudizio Finale
76Recensione di Carnival Creation pubblicata il 01.04.2013. Articolo letto 2333 volte.
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