Alter Self «Seven Deadly Blessings» [2013]
Recensione
Gli Alter Self vengono dalla Grecia, più precisamente da Atene, luogo di leggende e di miti antichissimi. E ora è anche la patria di questi giovani ragazzi dediti ad un death-thrash che più compatto non si può. Dopo due demo, pubblicati rispettivamente nel 2009 e nel 2012, quest’anno è uscito il loro primo full lenght. Questi ragazzi si impegnano per produrre 45 minuti tirati, ma allo stesso tempo carichi di groove. Gli Alter Self, prendono ritmiche tipiche del thrash old school, le mischiano con un cantato growl e riff molto moderni (in alcuni momenti vengono in mente i The Crown), e lo fanno abbastanza bene, riuscendo a bilanciare i vari ingredienti rendendo il prodotto finale abbastanza denso. I punti forti del disco sono i suoni davvero potenti, moderni ma senza suonare finti come alcune etichette di prestigio ci ha abituato e anche la discreta varietà dei riff. Infatti l’album non sconfina mai nel “troppo groove” o nel “troppo tirato”. Il cantato è abbastanza convincente, dico abbastanza non perché il cantante non abbia le capacità, ma perché nel complesso il suo simil-growl (che in alcuni momenti è davvero cupo e di buon impatto) risulta un po’ ripetitivo, spezzando un po’ le gambe a composizioni che potrebbero suonare molto più varie. Ma non tutto è oro quel che luccica, infatti questi punti a favore possono essere visti anche come difetti. Perché per esempio, è vero che le canzoni suonano molto compatte, ma questo porta inevitabilmente a confonderle tra loro, quindi ci si ritrova dopo aver ascoltato l’intero cd ad avere un sacco di riff in testa ma con poco o niente di nitido. Non è d’aiuto neanche la parte di batteria, che seppur potente e quadrata è anche notevolmente statica. Forse è troppo incentrata sull’high tempo, tipicamente thrash, e i pochissimi momenti di blast beat fanno solo sbadigliare; decisamente anonimi gli assoli di chitarra. Insomma la convinzione non manca, ma sono le idee a scarseggiare, e tutto sommato questo disco risulta un po’ troppo privo di idee.
Track by Track
- Seven 70
- My Sober Reflection 70
- Bleed Through Me 75
- Fovea 65
- A Nameless Tragedy 60
- Separation From God 70
- Netherlight 70
- Flesh Sculpture 60
- Halcyon 80
- Storms Gather 70
- Reverie 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 90
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 60
- Tecnica: 85
Giudizio Finale
70Recensione di Revenant pubblicata il 01.04.2013. Articolo letto 1118 volte.
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