Face Off «The Colour of Rain» [2013]
Recensione
Non mi piace la definizione di "female fronted metal", per vari motivi: ad esempio, differenzia i gruppi sulla base del sesso del frontman, senza dirci assolutamente nulla sul genere, atteggiamento o inclinazione della musica del gruppo. In questo caso, non ci dice che vengono dalla Serbia, o che fanno alternative metal. E la qualità dell'album?
Vediamo un po'. Il gruppo, al primo album, propone un metal melodico dalle tinte vagamente gotiche, con una voce tecnicamente preparata ma molto acqua e sapone, chitarre tendenzialmente pesanti e occasionali passaggi più violenti o ultra-melodici e "cantabili"... Quindi, fin qui, niente di nuovo sotto il sole. Al giorno d'oggi ci sono così tanti gruppi con una voce simil-angelica e chitarre pesanti che risulta difficile premiare davvero quelli che scelgono questo approccio. Io stesso ricordo di averne recensiti almeno cinque negli ultimi sei mesi.
Valutandolo dal punto di vista "female", quindi, è piuttosto standard: femminile pulita, occasionale maschile growl, eseguiti bene ma tutto già visto e rivisto. Dal punto di vista musicale, si hanno già spunti più interessanti: in particolare si ha un lavoro di chitarre molto studiato, che mischia influenze di diversi generi, dal metalcore al thrash pesante al vagamente prog, mostrando che l'etichetta di alternative non gli è stata appiccicata addosso a caso. La scelta di non usare tastiere (insolita nel genere a voce femminile in cui si inseriscono) premia il sound complessivo, rendendolo più graffiante, così come l'azzardata mossa di sovrapporre chitarre pulite e distorte in passaggi chiave crea un suono molto caratteristico che solleva leggermente il filone dell'originalità. Ma l'impianto resta sempre quello, e la sensazione di averne avuto abbastanza per me resta sempre li, in attesa, pronta a farsi sentire al primo ritornello o aggancio melodico. Meritano però qualche punto in più per aver centrato l'obiettivo della lunghezza giusta, con canzoni che raramente si trascinano nella noia, un obiettivo che molti nuovi gruppi sembrano dimenticare.
La valutazione finale è buona, ma non eccezionale: la varietà e novità che le chitarre riescono a infondere forma la parte alternative, ma è controbilanciato da una parte female fronted che risulta fin troppo aderente ai canoni a cui siamo tutti abituati. E' a un punto di svolta: nel contesto del primo lavoro, è importante che il gruppo decida la strada da percorrere per il futuro, abbandonando soluzioni facili e già confermate. Una buona speranza per un gruppo che potrebbe fare molto più di quanto non appaia.
Track by Track
- The Colour of Rain 75
- Dream Chamber 70
- Close Enough 75
- War Against War 70
- The Innocence 70
- Voices 75
- Fragile 65
- Lost in Translation 75
- The End 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 70
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
73Recensione di MrSteve pubblicata il 03.04.2013. Articolo letto 1107 volte.
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