Fear the Sirens «The Ruins We Used To Call Home» [2012]

Fear The Sirens «The Ruins We Used To Call Home» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Depenso »

 

Recensione Pubblicata il:
08.04.2013

 

Visualizzazioni:
1731

 

Band:
Fear the Sirens
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Titolo:
The Ruins We Used To Call Home

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Davide Passavanti - Vocals
Danilo Capri - Guitar/BackVocals
Andrea Taddei - Guitar
Emanuele Agazzi - Bass
Lorenzo Coluccia - Drums

 

Genere:
Metal / Hardcore

 

Durata:
32' 40"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
28.12.2012

 

Etichetta:
Indelirium Records
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Distribuzione:
New Music Distribution
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Andromeda Distribuzioni Discografiche
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Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Ottimo album d’esordio per i romani Fear the sirens. “The ruins we used to call home” è un lavoro ben prodotto, con brani molto curati e che si collocano molto bene all’interno del genere Hardcore/screamo. Si sente sin dalle prime note l’ottima vena compositiva di questi ragazzi, con il brano “Odissea” e con il seguente “From here we start”, in cui vengono miscelati molto bene tutti i caratteri principali del genere – il tutto accompagnato da una produzione abbastanza buona. Il dualismo vocale è ben dosato, le partiture di chitarra sono energiche e melodiche, e gli arrangiamenti non sembrano per nulla arrabattati (come capita spesso in band di questo tipo; inoltre è ben azzeccata la scelta di intervallare i brani con brevi intermezzi strumentali per niente fini a sé stessi, “Where the ocean sleeps” e “A fire in the night”). Un fattore importante è la capacità di mantenere il disco sempre su livelli medio alti, lasciandosi ascoltare senza noia, con canzoni sempre abbastanza ricche e cariche di groove (“Ithaca” e “Rewrite the route” sono pezzi molto curati, da questo punto di vista). È comunque necessario precisare che in “The ruins we used to call home” non si trova nulla di veramente nuovo: i Fear the sirens, sia dal punto di vista compositivo che attitudinale, sono molto vicini all’ondata Hardcore statunitense, strizzando l’occhio spesso e volentieri (specie nelle partiture di chitarra) ai Pierce the veil e agli Asking Alexandria.
A ogni modo questo è un buon esordio, e se i Fear the sirens continueranno su questa strada probabilmente potranno produrre lavori sempre migliori, divenendo sempre più personali e aggiungendo magari quel piglio intenso e quasi drammatico che spesso caratterizza i big del genere, e che invece qui ancora manca.
BEST: “Ithaca” è il brano con il miglior arrangiamento, un bell’altalenare ritmico ed emozionale. “A new dawn” invece è il brano più bello e completo: conclude il disco lasciando l’ascoltatore in modo convincente.
WORST: “This is war” è l’unico pezzo in cui l’arrangiamento è un po’ confuso e quindi il risultato finale non coinvolge pienamente.

Track by Track
  1. My name is no-man S.V.
  2. Odissea 70
  3. From here we start 70
  4. Till the end of days 70
  5. Ithaca 75
  6. Where the ocean sleeps 65
  7. This is war 55
  8. Comet 65
  9. The reach 70
  10. Rewrite the route 70
  11. A fire in the night 65
  12. A new dawn 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 55
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
67

 

Recensione di Depenso pubblicata il 08.04.2013. Articolo letto 1731 volte.

 

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