Revel in Flesh «Manifested Darkness» [2013]
Recensione
Leggendo un articolo interessante in un portale metal Italiano ho constatato che mi trovo in totale accordo con il front-man degli Opeth, ovvero che l'odierna scena estrema metal ormai è una merda totale. Diversi fattori vanno a dar man forte a Mikael, il genere -core che sta invadendo in modo spropositato la nostra musica, band che si copiano in tutto e per tutto e nessuno che cerca mai di innovare o almeno modificare in qualche modo lo stile di suonare extreme music. Ne è passata di acqua sotto i ponti da quel lontano slogan "Extreme Music for Extreme Peolpe" e ormai l'extreme si vede da quando è slabbrato un lobo dell'orecchio. Di conseguenza ogni album che rispolvera il classico death metal anni 90 con chitarre sporche, rigurgiti al posto di scream all'emo e una batteria che non conosce altro che il blast-beat è ben accetta nei cuori di molte persone. In questo caso parliamo dei tedeschi Revel In Flesh con il loro "Manifested Darkness" che dalla copertina alle canzoni non rende altro che un enorme omaggio a quei tempi solari che passò la musica più trucida di sempre. Parlando della cronologia del gruppo, si formano dopo una storia di insuccessi con il precedente progetto chiamato Immortal Rites (1996-2012), ma il nostro Haubersson non perde le speranze e in poco meno di un anno forma il gruppo in questione, sempre con la stessa formula, tipico death metal anni 90 con influenze più lente e oscure prese dal doom perfettamente intrecciate per creare un'atmosfera pesante, marcia e tenebrosa. L'album in sé contiene la stessa miscela per tutte e 10 le tracce con dei gustosissimi 45 minuti di morte. Delle buone linee solistiche con interpretazioni originali e mai banali amalgamano il tutto rendendo questo debutto molto appetibile anche per una più vasta gamma di ascoltatori che può toccare il melodic in alcuni punti. Detto questo la title track è davvero una botta nei denti insieme a "Rotting In The Void" che insieme rendono perfettamente ciò di cui sto parlando. Fatto ciò non resta che mettersi comodi e farsi scorrere tra i timpani un ottimo album creato in poco meno di un anno da solamente 2 persone, come detto Haubersson front-man che oltre alla voce suona basso e chitarra insieme a Maggesson che ci regala dei bellissimi riff di batteria, una chitarra e gli effetti. Consigliatissimo ai nostalgici dei brillanti anni 90.
Track by Track
- Revel In Flesh 80
- Dominate the Rotten 80
- Deathmatch 80
- Manifested Darkness 85
- Torment In Fire 80
- The Maggot Colony 80
- Operation Citadel 80
- Warmaster 85
- Rotting In the Void 90
- Twisted Mass of Burnt Decay 80
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 85
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 90
- Tecnica: 85
Giudizio Finale
82Recensione di Karmator pubblicata il 08.04.2013. Articolo letto 1000 volte.
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