Corsair «Ghosts of Proxima Centauri» [2013]
Recensione
Con una copertina che è un mix tra Hokusai e disegni che richiamo a immagini del tutto fantastiche, mi vengono in mente le raffigurazioni dello zodiaco nei giornali di astrologia, mi trovo di fronte ai Corsair. Band di Charlottesville che aveva esordito on stage come cover band dei Black Sabbath (per fortuna hanno cambiato percorso...non per la indubbia bravura, ma per il fatto della cover band...non si sopportano più!) decidono di dedicarsi a pezzi propri. La prima traccia è solo strumentale e rivela una buona preparazione della band a livello musicale e compositivo. Le chitarre sono ben distorte e taglienti, con riff e assoli che ben accompagnano il pezzo come nel metal classico anni ’80. Forse più che metal siamo di fronte ad un rock/metal per niente pesante, con tratti pop: nel loro profilo face book citano nelle influenze King Crimson, Wishbone Ash, David Bowie, Thin Lizzy, Black Sabbath, Uriah Heep. Inoltre la voce pulita e solo leggermente sporcata a volte proprio probabilmente per l’animo rock del gruppo non fa certo virare il genere a favore del metal più estremo. A dir la verità la batteria mi sembra un po’ troppo standard, si limita cioè a fare lo stretto indispensabile così come il basso: la sezione ritmica non è altro che un accompagnamento che non spicca, ma è solamente impiegata a fare da sottofondo alle chitarre melodico/distorte. Devo dire che sebbene la preparazione di quest’ultime sia tutt’altro che marginale, i Corsair non hanno saputo trasmettermi qualcosa di particolare, non mi hanno fatto drizzare le orecchie. Le tracce passano bene e tutti i 30 minuti dell’album sono piacevoli, ma quello che poi mi rimane non è molto. In “Orca” subentra anche la voce femminile, anche se in ogni caso il tutto è un contorno alle chitarre, vere protagoniste e strumenti dominanti delle canzoni. Essendo un suonatore di chitarra io stesso apprezzo questa cosa, ma a mio avviso un gruppo dovrebbe “dare spazio” a tutti e creare un buon connubio tra i vari componenti. Solamente per questo motivo non mi sento di esprimere un giudizio troppo positivo ai Corsair. Per il resto, la loro preparazione è notevole e sebbene la biografia non sia eccessivamente lunga ho capito da foto e video che hanno una buona esperienza live alle spalle. È forse anche un suono un po’ troppo di altri tempi, ma se siete amanti del “vintage” apprezzerete certamente questa band.
Track by Track
- Wolfrider 70
- Warrior Woman 65
- Burnish the Blades 65
- Centurion 60
- Orca 70
- Eyes of the Gods 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 70
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
68Recensione di Vincent pubblicata il 19.04.2013. Articolo letto 992 volte.
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