Recensione

‘Spellbook’ è il debut album del progetto Haiduk nel quale milita esclusivamente il polistrumentista canadese Luka Milojica in questa sede nelle vesti di cantante, chitarrista, bassista e programmatore della batteria sotto forma di drum-machine.
L’intento principale dell’artista è quello di suonare un tipo di Death Metal ispirandosi alla forma stilistica più atmosferica ma la missione purtroppo non è stata completata con risultati molto soddisfacenti: l’intero disco si staglia più che altro su un Thrash/Death tiratissimo, sicuramente eseguito con perizia millimetrica quanto a riff tuttavia questo intento non è riuscito che in minima parte, giusto nei brani “Forcefield”, “Hex” e “Tremor”, le uniche con leggeri cambi sebbene molto prevedibili ma almeno gradevoli all’ascolto.
Tutte le rimanenti tracce restano relegate in un anonimato che pecca fortemente di mancanza di ispirazione o almeno non strutturate guardando a qualcosa di più stuzzicante: i riff sono portati fino allo stremo e non è certo la precisione nella loro esecuzione che fa alzare di qualità le singole tracce le quali, per fortuna, durano tutte molto poco (circa 2 minuti e mezzo di media per una mezzoretta di minutaggio generale).
Nemmeno le voci, più che altro pensate come un contorno dal dubbio gusto, convincono più di tanto.
C’è sicuramente stato del lavoro non indifferente dietro “Spellbook” ma se si vuole stupire un ascoltatore occorre osare molto di più. Qui c’è noia continua e senso di insofferenza che prende dopo ben poco tempo. Non ci siamo.

News

• Spiacenti! Non sono disponibili altre notizie correlate.

Recensioni

• 

  Haiduk
  Exomancer [2018]

Interviste

• Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.

Live Reports

• Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.

Concerti

• Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.