Rotting Empire «Sui Generis» [2011]
Recensione
I Rotting Empire sono una formazione bavarese formatisi nel 2000 a Berching ma che ha pubblicato il suo primo EP (“Images Of War”) soltanto sette anni dopo, pubblicazione seguita da questo “Sui Generis” (datato 2012) primo vero e proprio album in studio che, già dal titolo, ci suggerisce un po’ cosa andremo ad ascoltare.
Ciò che intendono comunicare i nostri, tutto sommato, non è nulla di nuovo né esageratamente originale, anzi potremmo dire che per buona parte del disco il piattume è molto di casa e infonde voglia di tagliare corto il tutto skippando alla traccia successiva sperando in qualcosa di più convincente. Questo ovviamente noi recensori non possiamo farlo altrimenti non saremmo in grado di giudicare nulla ergo capirete da soli che l’ascolto di “Sui Generis” non è stato molto semplice in quanto, almeno per quanto mi riguarda, è stato vinto da una noia assoluta.
Senza soffermarsi troppo sulla bravura su strumento (che comunque c’è e si fa sentire a più riprese), non ho scovato molti riscontri positivi quanto a particolare ispirazione: è sempre e comunque una sorta di Death Metal mai estremizzato da stili moderni quindi possiamo già parlare di un’intesa complessivamente old-school contornata di attacchi thrash, in certi casi più tendenti al groove meramente ritmico su accordo fisso, momenti spediti, altri inverosimilmente rallentati quasi ai limiti del Doom (“Off To War”) e una chiusura più ragionata e matura con la blueseggiante cover di “Who's to Blame” nella quale i nostri danno il meglio paradossalmente.
“Sui Generis” è spiacevolmente divisibile in due parti: la prima, piatta e banale nella quale si racchiudono i brani meno riusciti a detta del sottoscritto e la seconda, più personale e dotata di un minimo di ricercatezza come ad esempio nella stessa title-track, rappresentativa e discreta nell’insieme.
Questo disco non è nulla che faccia perdere la testa: son presenti momenti godibili, seppur pochi, e il tutto risulta essere suonato egregiamente. Certo è da dire che da una band attiva da tredici anni mi sarei aspettato qualcosa di più di un semplice campionario di riff e atmosfere già usate da tempo. Sarà per la prossima volta, forse.
Track by Track
- Intro 50
- In This Cold Life 55
- Living A Lie 55
- No Core 60
- Nailed to the Cross 50
- In Remembrance 50
- Sui Generis 65
- Southside Terror 60
- Off To War 60
- Stalker 60
- TotalSelfDestruction 60
- Who's to Blame 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 50
- Originalità: 55
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
58Recensione di Carnival Creation pubblicata il 03.05.2013. Articolo letto 806 volte.
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