Acherontas «Amenti» [2013]
Recensione
A furia di ascoltare musica, a prescindere dal genere, chiunque (se possiede un minimo di cultura musicale) diviene un po’ viziato ed è ben facile che esterni giudizi non senza pathos rivolgendosi più che altro a dischi che qualcosa da dire ce l’hanno davvero e che hanno goduto di un ottimo e lungo lavoro in fase di progettazione.
In “Amenti”, quarto album in studio della band greco-tedesca degli Acherontas, succede esattamente ciò che mi sarei aspettato dopo aver letto un po’ come si è strutturata la questione e i graditi ospiti che vi hanno partecipato. Sulla carta è un disco Black Metal ma soffermarci col giudizio a questo semplice epiteto risulterebbe perlopiù infantile. Non sono un amante sfegatato del Black ma a certi dischi è pressoché obbligatorio concedere un ascolto soprattutto quando di Black Metal non hanno che un contorno e un modo stilistico di vedere il tutto, e null’altro.
E’ una mastodontica creazione di un interesse davvero più unico che raro, un’opera che intende avvalersi di tutti gli aspetti del metal estremo e metterli al servizio di un concept basato sul rendere omaggio alle antiche divinità con composizioni davvero stupefacenti.
Non vi aspettare nulla che quest’anno abbiate mai ascoltato in ambito estremo, forse un tantino possono ricordare i Dimmu Borgir di “Spiritual Black Dimensions” ma solo come intensione musicale visto che in “Amenti” le cose sono ben diverse.
Inutile soffermarci sulla tecnica degli strumentisti dal momento è che è ovvio che parliamo di professionisti, piuttosto andrei a parare direttamente sulle atmosfere e sui singoli pezzi dato che di sostanza qui ne abbiamo a iosa.
Già dall’intro orchestrale ‘Voluntas Supra Materiam - Vocatio Prima’ molto movie score ci rendiamo senz’altro conto di come verremo presto introdotti in ambientazioni complesse e particolari iniziate appunto dall’opener ‘Amenti - The Lamp ov the Desert’. Già intuiamo come l’intero disco sarà possibile guardarlo ed ascoltarlo da più angolazioni, e siamo solo alla traccia due; pian piano che proseguiamo veniamo indirizzati anche verso brani ambient oscuri, esoterici e misteriosi che ai più attenti ricorderanno forse leggermente le composizioni di Karl Sanders (Nile) del binomio discografico avuto con “Saurian Meditation” e “Saurian Exorcisms” ma qui in chiave probabilmente più onirica e surreale (“Nebt-Het - Divulgence of Her Sacral Temples”, “Wines of Blood & Pestilence” e una parte di “Dissolution (In the Sands ov Time)” ).
L’epicità è alle stelle con “Erset La Tari - The Red Temple” ed è con la composizione del progetto Arditi (“Panselenos - Vocatio Ultima”) che si chiude il tutto in modo davvero eccellente ed apocalittico se vogliamo.
Ripeto: non si tratta del solito disco Black Metal quindi se cercate una sperimentazione davvero funzionale in un disco di metal estremo potrete senz’altro rivolgervi ai lavori degli Acherontas, ho sentito anche i precedenti dischi e ne vale sempre la pena.
Track by Track
- Voluntas Supra Materiam - Vocatio Prima 75
- Amenti - The Lamp ov the Desert 85
- The Stele Ov The Last Conjuration 75
- Nebt-Het - Divulgence of her Sacral Temples 75
- Set Triumphant - Nubti 80
- Dissolution (In the Sands ov Time) 85
- Wines of Blood & Pestilence 80
- Erset La Tari - The Red Temple 85
- Panselenos - Vocatio Ultima 85
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 85
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 80
- Tecnica: 85
Giudizio Finale
79Recensione di Carnival Creation pubblicata il 07.05.2013. Articolo letto 1628 volte.
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