Claymords «Scum of the Earth» [2013]
Recensione
I norvegesi Claymords sono una band ventennale pur avendo solo un paio di full-length all’attivo. Formatisi nel 1993, pubblicarono soltanto l’EP “More Sombre Than Life” nel 1998 poi più nulla fino all’anno del loro split nel 2002. Sette anni dopo è avvenuta una reunion seguita dal debut album “Theories Written Black” del 2010 (che non ho avuto modo di ascoltare) e ora questo “Scum of the Earth”, ultima loro fatica.
Dando una sentita generale appare chiaro fin dall’inizio che ai nostri l’esperienza sullo strumento non manca di certo e che l’ascolto si prospetta davvero entusiasta. A frenare tuttavia questa positività irrompe una consapevolezza che ad un ascoltatore dal palato un po’ fino può risultare fastidiosa: “Scum of the Earth”, seppur suonato con tutti i crismi altro non è se non un riassunto di tutto il metal degli ultimi 15/20 anni in meno di tre quarti d’ora.
Ora, qui la questione si divide in due: o fate parte di quel pubblico che cerca del metal originale a tutti i costi (auguri!) e in tal caso lasciate proprio perdere i Claymords oppure appartenete a quegli ascoltatori che sanno un po’ barcamenarsi tra le tante release dei giorni nostri e sono in grado di afferrare quel poco di buono che c’è ogni tanto. In questo caso benvenuti a bordo e il mio consiglio di ascoltare “Scum..” è ben valido.
Tecnicamente non possiamo parlare per ovvie ragioni di un disco dalla chissà quale ricerca stilistica visto che il quintetto va costantemente esplorando in territori Black, Death, Melodic Death, Thrash, Thrash-Death già ampiamente visitati e rivisitati da chiunque vi possa venire in mente, però la sostanza del bel suono qui dentro perdura nonostante tutto e questi quaranta minuti possono trasformarsi in qualche modo in qualcosa di godibile, specialmente in macchina (luogo nel quale me lo sono ascoltato più volte).
Un po’ di Black per cominciare (con la title-track“Scum of the Earth”) e via con le parentesi che riguardano anche Slayer (“King of Death, King of All”) o Hypocrisy (“Before The Insanity”) o la scena più moderna costituita dal Groove Metal (“Insanity Inc.” e “The Jury”). Un finale purtroppo un po’ sotto tono con “Lovesong, of Hate” ma sostanzialmente non abbassa poi di molto la qualità del tutto.
Che dire, c’è sicuramente qualcosa dal minimo valore in questa ordinarietà di fondo. Sta a voi scoprire se vi può interessare o meno.
Track by Track
- Crawling 60
- Scum of the Earth 60
- Method of Lies 65
- Fifth S.V.
- King of Death, King of All 65
- True Norwegian Satan S.V.
- Before The Insanity 70
- Insanity Inc. 70
- The Jury 70
- Art 3, Her Jealousy 70
- Lovesong, of Hate 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 50
- Originalità: 60
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
64Recensione di Carnival Creation pubblicata il 08.05.2013. Articolo letto 824 volte.
Articoli Correlati
News
- Spiacenti! Non sono disponibili altre notizie correlate.
Recensioni
- Spiacenti! Non sono disponibili Recensioni correlate.
Interviste
- Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
- Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.
Concerti
- Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.