Nervecide «Impermanence» [2013]
Recensione
Il progetto Nervecide è una creatura generata dalla mente dell’ex Cadaveric Crematorium Giorgio Benedetti qui in veste di totale arrangiatore, paroliere, cantante (in modalità growl e scream), strumentista e programmatore della batteria. Sicuramente una prova molto ambiziosa, la prima di una discografia del tutto solista che non tarderà a far crescere dei frutti gustosi col tempo.
Inutile stare a descrivere le competenze tecniche del Benedetti dato che parliamo di una professionalità e una creatività ormai note ma è molto interessante ascoltare cosa in effetti è riuscito a combinare del tutto da solo e vi assicuro che questo ‘Impermanence’ sa farsi piacere in ogni sua parte a patto che facciate parte di quella frangia di pubblico un minimo allenato alla percezione di muri di suono poderosi e ritmi esplosivi, velocissimi e instancabili.
E’ proprio questa instancabilità la forza motrice dell’intero album: è ben difficile fare una cernita dei brani più consigliati di altri in quanto, appurato che non tutte le tracce sono uguali, aleggia un’atmosfera folle, visionaria, costruita più sul ritmo che sulla melodia, atmosfera composta da influenze dettate dal metal estremo preso nella sua totalità: Death Metal in primis ma anche Grindcore, Industrial, persino ambient (“Impermanence pt.02”) e con sperimentazioni singolari visto il solo di Theremin impiantato nell’opener “Of Subterranean Rapture”, un suono che apparentemente poco si accosterebbe a tutto ciò ma che invece conferisce un’aria di surreale molto notevole.
Avvincente se preso tutto insieme, niente piccole dosi quindi; ‘Impermanence’ va preso e letteralmente divorato in un sol boccone per farne un’esperienza da ricordare.
Nella gran parte del disco i ritmi sono sparati a mille, prodotti perfettamente e coadiuvati da riff sempre a cavallo tra atonalità e ricerche stilistiche sfocianti in episodi di arpeggi diluiti ed eterei persino nel romanticismo del Leopardi di “Infinito”, brano conclusivo pregno di pathos e unico momento in cui l’ascoltatore può permettersi un finale sentimentale concepito con classe.
‘Impermanence’ non è un disco facile per tutta una serie di motivi ma sa stupire a patto che voi gli diate la possibilità di esprimersi in tutti i suoi 40 minuti abbondanti. Ha davvero molto da dirvi.
Track by Track
- Of Subterranean Rapture S.V.
- Fractal Flood 75
- Flashover 75
- Fracturing Impulse 70
- Impermanence pt.01 75
- Impermanence pt.02 70
- The Omnivore 80
- Introvert Autopsy 75
- The Thirst That Never Subsides 75
- Infinito 80
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 90
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 70
- Tecnica: 90
Giudizio Finale
74Recensione di Carnival Creation pubblicata il 15.05.2013. Articolo letto 1601 volte.
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