Ecnephias «Necrogod» [2013]

Ecnephias «Necrogod» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
28.05.2013

 

Visualizzazioni:
2904

 

Band:
Ecnephias
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Titolo:
Necrogod

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Miguel José Mastrizzi :: Bass
Demil :: Drums
Nikko :: Guitars
Mancan :: Vocals, Guitars, Programming
Sicarius Inferni :: Keyboards, Piano

 

Genere:
Death Doom Metal / Gothic

 

Durata:
47' 56"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2013

 

Etichetta:
Code666
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Distribuzione:
Aural Music
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Agenzia di Promozione:
Aural Music (Promotion)
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Recensione

Non paghi del successo ottenuto dal precedente album, “Inferno”, gli Ecnephias non si crogiolano sugli allori e ci consegnano questo nuovo “Necrogod”, un album che condensa 8 tracce più intro e outro suonato in quasi 48 minuti.
Occorre una premessa per descrivere l’album. Capita spesso, anche per le bands più famose, che l’album seguente ad un disco capolavoro riceva un’accoglienza un po’ freddina a prescindere dalla sua qualità intrinseca solo perché soffre dell’ombra dell’album predecessore. È ciò che successe per farvi un esempio al pur eccellente “Spiritual Black Dimensions” dei Dimmu Borgir, che ha la sola colpa di essere l’album uscito dopo il noto “Enthrone Darkness Triumphant”. E lo stesso discorso si può fare per molti altri casi e generi.
Beh, “Necrogod” soffre dello stesso problema, è inutile girarci intorno. “Necrogod” è un album che presenta per tutto il disco un’atmosfera maestosa, orientaleggiante e misteriosa a tratti, che si esplica nella stupenda accoppiata “Anubis”, crepuscolare e intensa, e “Kali ma”, dotata di un ritornello vincente, senza contare la grandiosa “Voodoo”, cantata in duetto con Sakis dei Rotting Christ, e anche la non male “Leviathan”, ben bilanciata tra atmosfere leggere e strumenti che a volte fanno sentire la propria forza. Il tutto senza dimenticare la rabbiosa (e catchy) title track.
Tuttavia questo disco possiede anche delle imperfezioni, come una qualità sonora che sacrifica un po’ le chitarre e fa perdere di qualità in quanto ci manca la “botta” necessaria, e direi anche che è un po’ lento, tendente all’introspezione musicale e che scarica poco la potenza. Ovvio, qui non si vogliono per forza sentire tempi veloci riffs malvagi, ma in generale il disco segue un po’ troppo la carta della melodia e indugia quando si tratta di usare la forza, la sezione ritmica sembra indugiare un po’.
Insomma: è un grande album e “Necrogod” per certi aspetti non teme il confronto col suo iconico “Inferno”, ma ciò non toglie che quest’ultimo album rappresenti un picco ineguagliato nella carriera degli Ecnephias. Il che, lo ripeto, non è sintomo di un declino artistico, ma semplicemente di un momento di passaggio, che è normale quando si rilasciano capolavori come il già elogiato a dovere “Inferno”. “Necrogod” è un disco che secondo me farà chiarezza sul suo valore col tempo, quando l’ascolto di questo album riuscirà a non essere oscurato dagli album predecessori. Il mio consiglio è sia ai fans degli Ecnephias che ai neofiti di questa band senz’altro quello di comprare quest’album, che non ve ne pentirete affatto, e per questo il mio giudizio è largamente positivo, anche se non è l’apice assoluto della loro discografia.

Track by Track
  1. Syrian desert (Intro) 70
  2. The temple of baal seth 75
  3. Kukulkan 75
  4. Necrogod 90
  5. Ishtar (Al-‘Uzza) 75
  6. Anubis (the incense of twilight) 85
  7. Kali Ma (The Mother of the Black Face) 85
  8. Leviathan (Seas of fate) 80
  9. Voodoo (Daughter of idols) 90
  10. Winds of Hous (instrumental) 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 60
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 85
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
80

 

Recensione di Snarl pubblicata il 28.05.2013. Articolo letto 2904 volte.

 

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