Recensione

L’omonimo EP dei Necronache si presenta davvero nel migliore dei modi mostrandosi con un artwork davvero bello e realizzato professionalmente perciò la curiosità circa la loro musica è aumentata a mille non appena ho preso il prodotto tra le mani.
E’ uno di quei gruppi che sono ben consci di non stravolgere il mondo musicale con le loro creazioni ma suonano e compongono i loro pezzi con onestà e dedizione, elementi che non sempre sono presenti in tutte le band e per questo i cinque pezzi del dischetto acquistano sicuramente valore anche perché sono stati registrati, mixati e masterizzati a regola d’arte.
La proposta del quartetto di Parma si snoda bene fin dall’opener “Heart” trasudando un convincente Alternative Rock misto a Grunge e probabilmente qualche non so cosa di Dark Rock qua e là, non azzarderei a citare elementi del Gothic in quanto i nostri ben poco si avvicinano a quel tipo di filosofia pur essendo capitanati da una frontwoman dalla voce eterea e angelica che non annoia un solo minuto ma che anzi, incoraggia l’ascolto.
Ho apprezzato particolarmente “The Red Hole” e il suo incedere trasversale tra vari generi musicali rilasciando energia in ogni secondo e risultando all’orecchio molto variegata e ben congeniata ma anche la successiva “Autohypnosis” risulta essere alquanto particolare.
Buono praticamente tutto e nessun errore di sorta sembra venir fuori perciò non posso che essere soddisfatto a pieno del primo piccolo grande disco dei ragazzi dei Necronache. Complimenti davvero e sappiate che qui si attende un full-length.

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