Dogforbreakfast «The Sun Left These Places» [2013]
Recensione
Nel secondo album dei Dogforbreakfast “The sun left these places” si può capire quanto questa band è riuscita a distillare metal e hardcore per poi utilizzare quasi sempre solo l’essenza di questi generi. Sperimentazione, noise, dissonanze, riff ripetuti e con sopraffine variazioni, scream conciso sono le chiavi di lettura dello stile della band di Cuneo. L’album è una riflessione sul suono a tutto campo, in cui si dà importanza, consistenza e durata ad ogni singolo accordo e battuta. In realtà è un assistere all’atto di fare musica, che prende corpo man mano che i minuti passano, è un discorso che non ha mai un inizio e una fine precisa ma è sempre in divenire, in progressione. Le prime tre canzoni sono ognuna un pezzo di un puzzle che inizia e finisce con la stessa nota/rumore: dopo “January 21” che apre l’album e “Cypress grove blues” cover estraniante di Skip James, “Father sea” riprende e rielabora ritmi e accordi precedentemente utilizzati, guidata da una un’unica frase screamata. “The lady” e “Vision” sono più elaborate e costruite dal punto di vista ritmico, con accordi nervosi e dark. Dopo la strumentale “Last run”, nenia ombrosa e disarmonica che si disperde, più leggera dell’aria, arriva la violenza di “Tsaatan”, un brano con riff poderosi, ritmi assillanti e scream incisivo. Con “Red flowers” e “Pull the plug” i ritmi rallentano: brano in slow motion e reverse il primo, melodia decadente, corale, a tratti tribale (medievale), con una chiusa distorta la seconda. “The chariot of death” è un’implosione, con riff e ritmo doom sull’orlo del baratro. Il trio piemontese chiude l’album rispolverando le radici più estreme, sbrigliando chitarre, rullate e vocals rabbiose. I Dogforbreakfast giocano su suono aeriforme e sfuggente, puntando sulla sperimentazione e lo studio delle dinamiche per non rimanere attaccati al materialità del metal/hardcore, il tutto all’ombra di un sole che lascia la terra e che crea ombre materiali, mentali e devastanti, sconosciute alle coscienze.
Track by Track
- January 21 70
- Cypress grove blues 70
- Father sea 70
- The lady 75
- Vision 75
- Last run S.V.
- Tsaatan 75
- Red flowers S.V.
- Pull the plug 70
- The chariot of death 75
- Untitled 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 75
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
73Recensione di Jezebel pubblicata il 18.06.2013. Articolo letto 751 volte.
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