Kruger «333» [2013]

Kruger «333» | MetalWave.it Recensioni Autore:
GulloBM »

 

Recensione Pubblicata il:
19.06.2013

 

Visualizzazioni:
830

 

Band:
Kruger
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Titolo:
333

 

Nazione:
Svizzera

 

Formazione:
Blaise - Basso
Raph - Batteria
Margo - Chitarra
Reno - Voce
Raul - Chitarra

 

Genere:
Sludge Metal / Death 'N' Roll

 

Durata:
11' 11"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
08.04.2013

 

Etichetta:
Pelagic Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Creative Eclipse PR
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Kickstart My Band Promotions
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Recensione

Dopo 12 anni ricchi di soddisfazioni, con 4 album all’attivo ed oltre 350 show sparsi per i locali ed i festival più prestigiosi di tutta Europa (compresi Hellfest, Roadburn, Montreux Jazz, Transmusicales, Dour, Paléo e Brutal Assault), gli svizzeri Kruger danno alla luce dell’EP (in vinile) <<333>>.
Il ricco art work ed il curriculum di tutto risposto mi fanno presagire un album di caratura piuttosto elevata, ma purtroppo sono rimasto letteralmente a bocca asciutta: il fumo non si mangia, e d’arrosto ce n’è ben poco.
Quel poco nutrimento concesso all’ascoltatore è rappresentato da due sole canzoni, Herbivores e The Wild Brunch.
La Pelagic Records, etichetta produttrice del lavoro, giustifica la scelta di due unici brani come compensatrice della qualità: meno pezzi, ma di spessore più alto.
Purtroppo per band e label, le due track sono entrambe insufficienti, e la scelta – azzardata – di completare l’EP con così poche tracce impedisce all’ascoltatore di apprezzare le potenzialità dei Kruger, che si intravedono in alcuni passaggi dei due pezzi, venendo tuttavia soffocate nel calderone sonoro sludge/death ‘n’ roll da un’equalizzazione sballata ed una monotonia affossante.
Herbivores parte con pretenziosa aggressività, l’adrenalina e il testosterone iniziano ad alzarsi nell’attesa – vana – del colpo di scena, dell’esplosione e del cambio di tempo, i quali non arrivano mai; inoltre, il minimalismo strutturale è forse sintomo di un certo blocco creativo, tanto che manca una vera svolta nel pezzo, che sembra lo stesso dall’inizio alla fine (e dura 6 minuti e 42 secondi).
Più variegato è The Wild Brunch, pezzo con più tiro e durata minore, ma identica mancanza di idee originali: un impasto modern metal e sonorità stoner/sludge cancellano l’appetito e lasciano nell’inerzia l’esofago musicale dell’ascoltatore – come un vero brunch selvaggio.
Sicuri che la band di Losanna sia in grado di partorire musica di ben più alto rilievo, attendiamo con piacere il prossimo album.

Track by Track
  1. Herbivores 50
  2. The Wild Brunch 55
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 50
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 40
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
63

 

Recensione di GulloBM pubblicata il 19.06.2013. Articolo letto 830 volte.

 

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