Moonreich «Terribilis Est Locus Iste» [2013]
Recensione
Veramente ottimo questo secondo full length dei francesi Moonreich, autori di un primo album da me recensito su questa webzine e che mi aveva francamente lasciato un bel po’ indifferente. Con questo “Terribilis est locus iste”, invece, se si eccettua una qualità sonora un po’ troppo poco nitida per quel che riguarda le chitarre, e una certa eccessività di riffs per canzone, che finiscono per renderne un paio un po’ troppo confusionarie, infatti, questo album teme pochi difetti.
Composto da 9 canzoni per quasi un’ora di musica, i Moonreich fanno un largo uso di riffs vincenti e originali, caratterizzati dall’essere adagiati su di una sezione ritmica spesse volte nervosa, poco incline al 4/4 e con soventi cambi di tempo, come nel riff a 6:30 circa della title track, dove le dissonanze utilizzate fanno somigliare questa band ai Deathspell Omega. Ma è difficile accomunare questa band a un nome in generale, visto che la molteplicità delle influenze e dei riffs proposti rende quest’album sfuggente ad ogni definizione complessiva. Basti per esempio pensare al tocco più old school e amaro della seconda “Bright morning star”, o alla più melodica “The serpent presaging sinister” (sì, a differenza dell’album di debutto le tematiche sembrano meno guerresche e più spirituali), fino al tocco molto stile Marduk di “Nos cospuere in vobis”, e proprio i canti gregoriani su un tempo lento in “Hidden mystical world” fanno avvicinare ancora i Moonreich ai Marduk, anche se l’andamento subito dopo diventa spezzettato ritmicamente e nevrotico, con tempi veloci.
Tutto converge ad un risultato globalmente largamente riuscito, e che per quanto non sempre completamente convincente, riesce a colpirmi in positivo per la vivacità del songwriting e per la furia proposta. Il tutto su di una veste grafica forse un po’ criptica e difficile da capire, ma nondimeno che cattura l’attenzione. Personalmente, ho terminato le parole: qui c’è molto da sentire e poco da descrivere. Si consiglia l’acquisto di questo disco agli amanti del black, anche a qualcuno del death e in particolare a chi apprezza il filone in stile Watain – Marduk – Funeral Mist; pur non bissandone le gesta, questa band potrebbe avere le caratteristiche per sfornare qualche album o perlomeno canzone ai loro livelli. Bel colpo, Moonreich.
Track by Track
- Terribilis est locus iste 85
- Bright morning star 85
- Oppressive light 65
- Chant for a darkened gospel 70
- The serpent presaging sinister 80
- Cursed the Day, Hailed the Night 65
- Nos Conspuere in Vobis 85
- Hidden Mystical world 80
- And a Star Fell at the Fifth Sound 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 85
- Tecnica: 85
Giudizio Finale
77Recensione di Snarl pubblicata il 27.06.2013. Articolo letto 1981 volte.
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