Bifrost «The Dance Of The Evanescent» [2013]

Bifrost «The Dance Of The Evanescent» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
Carnival Creation »

Recensione Pubblicata il:
29.06.2013

Band:
Bifrost

Titolo:
The Dance Of The Evanescent

Nazione:
Italia

Formazione:
Mario de Vito :: Guitar, Vocals
Alessandro Nespoli :: Guitar, Vocals
Francesco Dragoni :: Bass, Vocals
Francesco De Meo :: Drums, Vocals

Genere:
Progressive / Psychedelic Death Metal

Durata:
20' 41"

Formato:
CD

Data di Uscita:
20.04.2013

Etichetta:
Salatino Productions

Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
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Recensione

‘The Dance Of The Evanescent’ rappresenta l’ultima fatica della formazione foggiana dei Bifrost, combo Avant-Garde Death Metal (con influenze di musica psichedelica) nata nove anni or sono e con alle spalle due Extended Play datati 2008 e 2010 (rispettivamente ‘Ambivalence’ e ‘Fehu’). Anche stavolta abbiamo un EP e a detta della band questo ‘The Dance Of The Evanescent’ costituisce un passo stilistico in avanti nel quale nulla è lasciato al caso ma che ogni nota, accordo, fill e via discorrendo contribuisce per la perfetta realizzazione di un messaggio di fondo, un concept se vogliamo, più intimo dei precedenti loro dischi.
C’è da dire che come presentazione puramente teorica il tutto sembra piuttosto invitante all’inizio tuttavia i guai partono non appena il disco subisce un “play”: ci rendiamo conto immediatamente che purtroppo il tutto non ha goduto di una produzione audio sufficientemente valida da conferire un minimo di godibilità sonora all’insieme dei brani che, seppur pensati quasi tutti in modo anche valido, come qualità in generale non riescono a spiccare il volo, vuoi per i suoni in sé per sé non opportuni e mixati male, vuoi per un songwriting ancora da migliorare molto, songwriting nel quale tutto questo progressive/musica psichedelica francamente non l’ho trovato.
L’opener-titletrack è un brano arrangiato sostanzialmente bene e rappresenta forse il punto più dinamico del lotto assieme alla chiusura di “Ambivalence”, di certo l’episodio maggiormente carico di contenuti ma sia con “Drops” e la fortemente acerba “Ashes Of An Endless Embrace” dai tratti quasi opethiani la questione non sale di punteggio. Non sto parlando di riff o soli o modo di cantare ma proprio di come il tutto è stato impastato e mescolato: semplicemente non mi è piaciuto e a parer mio i nostri avrebbero dovuto collezionare più materiale, aspettare ancora un po’ lavorando sodo e tentare sul debut album e non pubblicare il terzo EP di fila con una manciata di brani ancora da perfezionare. Son pareri.