Battle Dagorath «Cursed Storm of the Ages» [2013]

Battle Dagorath «Cursed Storm Of The Ages» | MetalWave.it Recensioni Autore:
GulloBM »

 

Recensione Pubblicata il:
08.07.2013

 

Visualizzazioni:
853

 

Band:
Battle Dagorath
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Titolo:
Cursed Storm of the Ages

 

Nazione:
U.s.a. / Svizzera

 

Formazione:

ShadowVoid
Guitars, Drums

Vinterriket
Keyboards

Black Sorcerer Battle
Vocals, Guitars, Bass

 

Genere:
Ambient Black Metal

 

Durata:
1h 39' 31"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2013

 

Etichetta:
De Tenebrarum Principio
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Premessa: apprezzo molto il black metal.
Idem per il depressive, ancor più per l’avant-garde, e anche l’atmospheric black metal ha un suo perché.
Tuttavia, non posso non bocciare fin dall’inizio “Cursed Storm Of Ages” dei Battle Dagorath, formazione californiana facente riferimento al suddetto genere.
Più che un album atmosferico e nero, questo CD sembra la colonna sonora di uno squallido splatter di serie zeta (uno di quelli che piacerebbero al buon vecchio Glenn Danzig).
Vorrei dare un giudizio sulla tecnica strumentale o sulla composizione, ma mi risulta impossibile in quanto nel miscuglio incomprensibile di suoni eccessivamente distorti ed equalizzati senza logica faccio fatica (anzi, non riesco proprio) a distinguere l’uno dall’altro gli strumenti: il basso è pressoché inesistente in tutte le canzoni, le chitarre suonano il trito e ritrito grattugiare stonato tipico del genere (ma senza quell’incisività grezza e violenta tipica delle grandi band) e sono talmente alte di volume che coprono un lavoro non esattamente ortodosso dietro alle pelli.
Non volendo dare una troppo grossa stroncatura ad una band emergente, posso citare alcune eccezioni per quanto riguarda ciò che ho detto – anzi, solo una – : “Interdimensional Passageaway Between Worlds” (si salva perché un minimo “atmosferica).
Consiglio alla band di cercare alcune soluzioni all’effetto di monolitica monotonia grezza del loro sound, e di cercare atmosfere altrettanto – o più – cupe non soltanto nella pesantezza e nella distorsione (che non è la panacea a tutti i mali), bensì in risvolti più calmi ed in uno studio di suoni ed equalizzazioni più calibrato ed efficiente (specie per quanto riguarda voce, basso, batterie e tastiere) e di partiture con una base teorica quantomeno minimalista, ma non inesistente.

Track by Track
  1. The Tomb Lies Deep Beyond at the End of Time 40
  2. Cloud, Shadow, Earth & Flesh 45
  3. Processional Across Dreamed Landscapes 45
  4. Macrocosmic Haunting Vision 40
  5. The Infinite Darkness Awaits 50
  6. Awakened by the Spell of the Wind 55
  7. Interdimensional Passageway Between Worlds 70
  8. Myth of the Cold Ghost Sea 60
  9. The Last Dying Winter 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 20
  • Qualità Artwork: 50
  • Originalità: 40
  • Tecnica: 40
Giudizio Finale
50

 

Recensione di GulloBM pubblicata il 08.07.2013. Articolo letto 853 volte.

 

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